I ricercatori del Mit in viaggio alla scoperta della DarkNet

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La solitudine del Dark Web. Sotto al Web c’è il Deep Web e più sotto ancora il Dark Web: è Darknet, un territorio senza regole fatto di siti isolati, con poche o nessuna interconnessione, sotto la lente dei ricercatori del Mit.

Secondo le stime il web nascosto è 500 volte più grande di quello visibile.  Un recente studio condotto da un team internazionale di ricercatori modifica, almeno in parte, le nostre conoscenze del Dark Web, ossia la parte più nascosta e difficilmente raggiungibile di Internet, spesso utilizzata per attività illegali, come il commercio online di sostanze stupefacenti, armi, codici di carte di credito…

Secondo gli esperti del Singapore-MIT Alliance for Research and Technology ciò che viene comunemente definito come Dark Web non sarebbe in realtà una rete di siti connessi uno all’altro, come quelli della parte normalmente accessibile di Internet, ma un insieme di “silos” isolati e non comunicanti tra loro.

La ricerca è online sulle pagine del servizio arXiv della Cornell University.

4 PASSI NEL WEB OSCURO. Virgil Griffith e i suoi colleghi Yang Xu e Carlo Ratti si sono concentrati sui siti con dominio .onion (cipolla), ossia quelli che si possono raggiungere solo con browser speciali come TOR che (semplificando molto) rendono molto complesso risalire a chi vi accede.

I ricercatori sono partiti dall’esplorazione di alcune pagine che aggregano questi siti più o meno segreti e hanno ricostruito la mappa dei link che li collegano uno all’altro: dall’analisi è emerso che l’87% di questi siti non ha alcun link verso gli altri.

Ciò significa che queste realtà digitali sono di fatto delle isole che non fanno parte di alcun ecosistema.

MEGLIO SOLI. Significa anche che la parolina “web” (ragnatela) di Dark Web è utilizzata in maniera impropria: questa parte di Internet sembra infatti mancare di una delle caratteristiche fondamentali della rete, cioè l’interconnessione.

DEEP & DARK. Il web visibile, quello che utilizziamo tutti i giorni, è visibile solo perché indicizzato dai motori di ricerca (primo fra tutti, Google): non deve sorprendere che si tratti in realtà solamente di una piccola parte dei siti effettivamente online.

Tutto ciò che non è visibile è Deep Web (web profondo, nel senso che sta sotto la sottile pellicola del web alla luce del sole): sono siti non (o non ancora, o che non saranno mai) indicizzati e siti privati aziendali.

Non si tratta per forza di documenti segreti o di attività illegali: si va dagli articoli che leggerete domani sul vostro sito preferito fino alla nuova stagione di una serie tv non ancora andata in onda, dai dati delle ricerche universitarie di prossima pubblicazione al nuovo listino prezzi del supermercato sotto casa. Secondo alcune stime la parte non visibile del web avrebbe un volume pari a circa 500 volte la parte visibile.

DOMINI A CIPOLLA. Una piccola parte del web non visibile (e volutamente invisibile) è il Dark Web, l’Internet Oscuro: i siti di gran parte di questa zona della rete hanno dominio .onion e per raggiungerli servono browser speciali (TOR è il più famoso), che promettono l’anonimato a chi li utilizza. Non è cioè possibile, o quantomeno è molto difficile, risalire a chi ha visitato un sito .onion.

Il Dark Web è la frontiera selvaggia, non ci sono leggi e si traffica in tutto, e in particolare in ciò che è illegale: sostanze stupefacenti, documenti e numeri di carte di credito, account PayPal, psicofarmaci, identità digitali, armi, pornografia e pedofilia. Secondo alcuni, in questo territorio digitale sarebbe addirittura possibile assoldare killer e sicari.

SPACCIO DIGITALE. Il più celebre di questi mercati neri digitali è Silk Road, una specie di Amazon delle droghe chiuso più volte dalle autorità e puntualmente riaperto. Qui è possibile comprare davvero di tutto, e la valuta sommersa di questo web sommerso e oscuro è il bitcoin, una moneta virtuale molto discussa, che in mancanza di adeguata esperienza può dare problemi anche solo a cercarla.

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