Gli scienziati temono che i cervelli cresciuti in laboratorio inizino a pensare. Una serie di studi solleva il dibattito sul lavoro sulle cellule cerebrali sviluppate in laboratorio ma la strada è per ora scivolosa, perché nessuno sa definire la coscienza.
E se le cellule cerebrali sviluppate e coltivate in laboratorio diventassero senzienti? Non è una domanda dal sapore cinematografico ma una questione sollevata da un affascinante articolo di Nature. Il quesito, che incrocia etica, scienza e tecnologia, parte da una serie di esperimenti e solleva interrogativi sul fatto che ammassi di cellule cerebrali possano in qualche modo produrre un qualche tipo di “coscienza” e su come gli scienziati che ci lavorano per i fini più disparati possano effettivamente accorgersene. Cosa dovrebbero valutare e come potrebbero farlo? Che cos’è la coscienza?
Di più: un organoide, cioè un ammasso cellulare con funzionalità specifiche ma di fatto non un organo vero e proprio, piuttosto una sua versione semplificata e miniaturizzata prodotta in vitro, sfoggerebbe a quel punto qualche diritto in termini giuridici? Esperimenti di questo genere vengono condotti in tutto il mondo: Nature racconta per esempio quello nel laboratorio diretto dal neuroscienziato brasiliano Alysson Muotri dell’università della California-San Diego, dove “centinaia di cervelli in miniatura, della grandezza dei semi di sesamo, galleggiano nelle piastre di Petri, dimostrando attività attraverso le reazioni elettriche”. Sono appunto organoidi coltivati a partire dalle cellule staminali e Muotri, in particolare, li sta utilizzando per esempio connettendoli a robot in grado di camminare, spedendoli sulla Stazione spaziale internazionale per osservarne la crescita e modificandone il dna con geni provenienti dal passato remoto della specie umana. Oltre che come prototipi per dare una mano al perfezionamento delle intelligenze artificiali. Dottor Frankenstein? In realtà è tutto molto più complicato.
Un esperimento reso noto lo scorso anno, infatti, aveva sollevato il dibattito più acceso. In un paper dell’agosto 2019 su Cell Stem Cell Muotri e i suoi collaboratori avevano dato conto della creazione di un organoide di cervello umano in grado di produrre onde elettriche coordinate, somiglianti a loro avviso a quelle documentabili nei bambini nati prematuri. Onde continuate per mesi prima della conclusione dell’esperimento. Quel genere di pattern elettrici apparirebbe fra le proprietà di un cervello senziente. E proprio da quel controverso esperimento esperti di etica e scienziati hanno iniziato a porsi una quantità di domande sugli organoidi, su come e quanto consentirne lo sviluppo e se debbano essere considerati in modo differente in termini giuridici, specialmente quanto si tratta di cellule cerebrali. La coscienza puo’ nascere da zero, si sono chiesti alcuni?
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