“Risolto il mistero nel Triangolo delle Bermude”. Un nuovo studio potrebbe aver risolto l’enigma della scomparsa di grandi navi proprio in questa area.
Per anni gli scienziati si sono interrogati sul Triangolo delle Bermude, cercando di risolvere l’annoso enigma: perché navi – anche di grandi proporzioni – improvvisamente scomparivano? Nel corso del tempo, al mistero, che ha affascinato intere generazioni, sono state date spiegazioni di ogni sorta. L’ultima, però, potrebbe essere una delle più convincenti: un team di scienziati della University of Southampton, nel Regno Unito, ha trovato le colpevoli delle sparizioni nelle onde anomale di circa 30 metri di altezza che si formerebbero in quell’area.
Secondo quanto raccontato nel documentario ‘The Bermuda Triangle Enigma’, come riporta l’australiano ‘News.co.au‘, citando il ‘Sun’, i ricercatori avrebbero usato alcuni simulatori indoor per ricreare tali onde. Si tratterebbe di fenomeni dalla ‘vita’ brevissima, di circa pochi minuti, ma dalla potenza devastante. Questo tipo di onde sono state osservate per la prima volta da alcuni satelliti nel 1997, al largo delle coste del Sud Africa.
Ma quale potrebbe essere l’impatto di una simile onda su un’imbarcazione? Per capirlo gli scienziati hanno costruito un modello della USS Cyclops, nave militare americana scomparsa in quella zona il 4 marzo 1918, mentre era in rotta dalle Barbados a Norfolk, in Virginia, con 309 persone a bordo. Secondo quanto evidenziato dalla simulazione, a causa delle dimensioni e della forma dello scafo, non ci è voluto molto prima che il modello dell’imbarcazione fosse inghiottito dal muro di acqua.
La spiegazione delle onde anomale appare abbastanza convincente: secondo i ricercatori, in quella zona “ci sono tempeste che si uniscono da Sud e da Nord” e proprio questa condizione atmosferica potrebbe favorire la comparsa di onde anomale violente. Il muro d’acqua, stando a questa interpretazione, sarebbe particolarmente imponente perché formato da afflussi d’acqua provenienti da diverse parti. Una sfortunata imbarcazione non avrebbe, dunque, nessuna chance di sopravvivenza, neanche qualora fosse di grandi dimensioni: secondo i ricercatori, potrebbe affondare nell’arco di due o tre minuti. E non lasciare alcuna traccia di sé.
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