Civiltà extraterrestri evolute e paradosso di Fermi

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La Terra in un buco radiofonico. 42’777 civiltà extraterrestri vogliono parlare con noi. Perché nessun alieno ci ha ancora contattato, nonostante la vastità dell’universo? I ricercatori cinesi ritengono di conoscere la risposta.

Solo nella nostra galassia, la Via Lattea, ci sono probabilmente centinaia di miliardi di pianeti. Almeno su alcuni di essi, la vita deve essersi sviluppata come sulla Terra. Ma perché l’umanità non ha mai sentito parlare di questi extraterrestri?

La questione è affrontata dal famoso Paradosso di Fermi, che descrive la discrepanza tra l’apparente probabilità statistica di vita extraterrestre e la completa assenza di prove in tal senso.

A quando il primo contatto non cinematografico con gli extraterrestri? Nella foto una giovanissima Drew Barrymore nel film ormai diventato un cult «E.T.  - L'extraterrestre» di Steven Spielberg del 1982.
A quando il primo contatto non cinematografico con gli extraterrestri? Nella foto una giovanissima Drew Barrymore nel film ormai diventato un cult «E.T.  – L’extraterrestre» di Steven Spielberg del 1982.

Wenjie Song e He Gao dell’Università Normale di Pechino ritengono ora di aver trovato una risposta. Hanno fatto dei modelli di calcolo su quante civiltà extraterrestri potrebbero esserci nella Via Lattea e quando potrebbero entrare in contatto con noi.

Gli alieni devono avere mezzi di comunicazione

Perché non basta che gli alieni siano intelligenti come gli umani. Devono anche avere la tecnologia per inviare qualche tipo di segnale radio, in modo da poter essere ascoltati dal resto della galassia. Solo in quel caso si parla di «civiltà intelligenti extraterrestri comunicanti», o, in maniera abbreviata e più famigliare, di CETI.

I ricercatori hanno utilizzato la distribuzione delle stelle, la loro formazione e il numero di pianeti nella loro zona abitabile per calcolare la quantità di CETI nella Via Lattea. Poiché i parametri sono molto speculativi, i risultati del calcolo del modello presentano un’ampia gamma.

Tendenza all’autodistruzione?

Nell’ipotesi ottimistica, i ricercatori ipotizzano che 42.777 CETI siano esistiti, esistano attualmente o esisteranno finché esisterà la Via Lattea. Nell’ipotesi pessimistica, ci sono solo 111 CETI. Inoltre, due CETI devono esistere più o meno nello stesso periodo perché uno venga a conoscenza dell’altro.

Una teoria popolare è che le civiltà presumibilmente intelligenti abbiano un’emivita relativamente breve e la tendenza ad autodistruggersi attraverso guerre o distruzione ambientale una volta raggiunto un certo livello tecnologico.

Di conseguenza, su scala cosmica, il periodo di tempo in cui una civiltà potrebbe inviare o ricevere segnali è estremamente breve.

Ancora 1900 anni di pazienza

Nel modello ottimistico, la ricezione di una trasmissione extraterrestre è prevista entro 2000 anni da quando saremo diventati una civiltà comunicativa. Poiché l’umanità è in grado di inviare e ricevere segnali radio solo da poco meno di 100 anni, non sarebbe quindi sorprendente, anche in questa ipotesi ottimistica, che non abbiamo ancora avuto notizie dagli alieni.

Nell’ipotesi pessimistica, con solo 111 CETI nella Via Lattea, la ricezione di un segnale dalla parte di E.T. sarebbe statisticamente prevista solo dopo 400.000 anni. In questo caso, l’umanità avrebbe quindi bisogno di un respiro molto lungo.

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