Big british cats & black dogs

Vinci tutto supernealotto e giochi Sisal

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Quando si sente parlare dell’avvistamento di animali ancora sconosciuti alla scienza, viene spontaneo attendersi che essi siano stati osservati in regioni remote, scarsamente popolate e comunque non ancora parte integrante del nostro mondo post-moderno ed iper-tecnologico, eppure non sempre è così. Basterebbe citare il caso del tatzelwurm, misterioso rettile di montagna segnalato in varie località alpine, tra Italia, Austria, Svizzera e Germania, ma ancora più eclatante, per la mole notevole delle bestie in questione, è il fenomeno dei cosiddetti “british big cats”.

Il caso iniziò nel 1962, allorché nel Surrey, contea a sud di Londra, giunsero diverse segnalazioni sulla presenza in zona di un grosso felino color sabbia, simile ad un puma. Sulle prime le autorità britanniche pensarono si trattasse di un animale tenuto in cattività e riuscito a fuggire, ma gli avvistamenti proseguirono senza che nessuno riuscisse a catturare la fiera, nonostante anche un’imponente battuta organizzata nel luglio del 1963. I segni della presenza di un grosso felino nella zona proseguirono anche negli anni seguenti: il 30 agosto 1964 fu ritrovato un bue malamente ferito da grandi artigliate sul collo, sulle spalle e sui fianchi; pochi giorni dopo, nella località di Crondall, Christabel Arnald vide un animale simile tanto ad una lince quanto ad un ghepardo, bruno con strisce nere, intento a divorare il cadavere di una cornacchia; il 24 settembre, a Cranleigh, furono rinvenuti i resti di un capriolo con il collo spezzato e le solite tracce di artigli; il 17 ottobre la figlia del visconte di Chelmsford, mentre era impegnata ad accudire i propri cavalli, vide una specie di puma ad Hazelbridge Court. Infine, nel 1966, un testimone riuscì a fotografare uno strano felino a Worplesdon.

Il fenomeno dell’avvistamento di grandi felini in Gran Bretagna non è comunque confinato al Surrey, e se ne hanno sentori anche in epoche più remote: nel gennaio del 1927 un agricoltore uccise nei pressi di Inverness un animale dal pelo giallo, la cui pelle fu poi inviata a Londra e considerata appartenente ad una lince (ma la lince non è mai vissuta nelle isole britanniche), mentre tre anni dopo un archeologo vide nel Devon un animale dall’aspetto di un puma.

Proprio le contee dell’Inghilterra sud-occidentale, del Galles e della Scozia sembrano particolarmente frequentate da queste misteriose creature: nel giugno del 1969 il colonnello Haines osservò per diverso tempo vicino Whiteridge un animale dalla testa bruna, gli occhi scuri e prominenti, il naso camuso, di color castano chiaro sui fianchi e bruno scuro sulle zampe posteriori, dove si notavano anche tre macchie scure. Lungo la spina dorsale c’era una cresta di peli di circa cinque centimetri e le zampe apparivano sproporzionatamente lunghe rispetto al corpo. Nel 1978 e nel 1979 ci furono diverse segnalazioni di bestie simili a leoni a Moretonhampstead, nei pressi di Exeter, e proprio in quel periodo gli allevatori della zona si lamentarono per le costanti perdite di pecore, uccise da predatori non identificati. Un felino di colore nero, simile ad una pantera, fu avvistato il 18 settembre 1980 a Tedburn St. Mary da Alice Moule, e l’anno seguente strani odori e vari richiami simili a mugolii furono segnalati nella vicina Venny Tedburn. Il 23 ottobre dello stesso anno, a Llangurig, in Galles, Michael Nash affermò che quattro pecore del suo gregge erano state uccise da un misterioso animale che si era nascosto nel suo granaio. I poliziotti intervenuti alla sua chiamata udirono uno strano brontolio, ma poi non trovarono traccia di alcuna bestia. Nel giugno del 1981 una sorta di leone fu visto da Adrian Grier nel Bedfordshire, ed una settimana dopo una specie di felino, simile però ad un mastino tedesco, fu segnalato nei pressi di Luton. Nel 1982 a Tonmawr, in Galles, Steve Joyce riuscì a fotografare diversi esemplari di grossi felini striati e qualche giorno dopo la criptozoologa Di Francis vide e fotografò a sua volta nella stessa zona un altro animale, completamente nero. Nel 1983, poi, scoppiò il caso della cosiddetta “bestia di Exmoor”, misterioso felino che in pochi mesi sbranò un centinaio di pecore tra Devon e Somerset  senza mai poter essere catturato o ucciso. Dal 1993 la Cornovaglia fu interessata dall’avvistamento della cosiddetta “bestia di Bodmin Moor”, ripresa anche in due video, mentre l’anno successivo furono riprese orme che si dicevano appartenenti ad un grande felino nero nel Cambridgeshire. Altre impronte simili furono filmate nel 2004 nello Shropshire e nel 2009 nell’Herefordshire. Nel 2000 un animale dello stesso tipo aggredì un bambino di 11 anni nel Monmouthshire, lasciando i segni dei cinque artigli sulla sua guancia sinistra. Un altro attacco da parte di un grosso felino nero avvenne nel 2005 a Sydenham Park, a sud-est di Londra, stavolta ai danni di un uomo adulto, e nelle successive ricerche un poliziotto avvistò un gatto grande quanto un cane Labrador.

Per quel che riguarda la Scozia, i primi avvistamenti si concentrarono per lo più nella zona di Cannich, presso il Loch Ness: nell’agosto del 1976 Jessie Chisholm scoprì un grosso felino nero in agguato presso il suo pollaio, il 27 ottobre 1979 un altro animale, simile ad una leonessa, fu segnalato nella stessa zona da Ted Noble. Il 28 agosto 1980 un botanico avvistò un gatto nero dalle dimensioni di un pastore tedesco e pochi giorni dopo, l’11 settembre, ancora Jessie Chisholm scorse un felino dorato a strisce nere appostato nei pressi del suo pollaio. Più di recente, gli avvistamenti in questa parte della Gran Bretagna hanno ricoperto anche altre aree: la cosiddetta “bestia del Buchan” è stata segnalata nell’Aberdeenshire nel 1998 e tra il 2006 ed il 2008, un animale simile ad un puma è stato visto in varie occasioni nel Galloway alla fine degli anni ’90, nel luglio del 2009 un grosso felino nero è stato fotografato e ripreso nei pressi di Helensburgh, nell’Argyll, all’inizio del 2011 parecchie segnalazioni di pantere sono giunte da Shotts, nel North Lancashire, e nel 2011 uno di questi animali è stato fotografato a Fochabers Hood, nell’Inverness-shire.

Tre sono le ipotesi principali avanzate per spiegare questi strani avvistamenti: la prima presuppone che alcuni non meglio identificati laboratori, civili o militari, abbiano allevato e poi liberato alcuni predatori esotici nel quadro di una “strategia psicologica” tutta da chiarire.

La seconda prende in considerazione la possibilità che, all’indomani di un decreto del 1978 da parte del governo britannico, che proibiva la detenzione di animali esotici, molti dei proprietari di tali bestie le abbiano liberate in aperta campagna. Questa possibilità è corroborata dall’effettiva cattura di alcune bestie esotiche nelle campagne britanniche: una lince canadese nel Devon nel 1903, puma nell’Invernesshire nel 1980 e nell’Aviemore nel 1993, un gatto della giungla nello Shropshire nel 1989, linci europee nel 1991 presso Norwich e nel 2001 a Cricklewood, a nord di Londra, un gattopardo sull’isola di Wight nel 1994, un caracal a Fintona, in Irlanda del Nord, nel 1996.

L’ultima ipotizza l’esistenza di un grosso felino nelle isole britanniche sin dalla preistoria, che con l’avanzare dell’antropizzazione si è lentamente ritirato nelle aree più selvagge della regione, appunto a nord ed a sud-ovest.

Quest’ultima proposta è stata quella più contestata: in effetti sembra impossibile che un animale predatore di grossa taglia possa essere vissuto per millenni in Gran Bretagna senza aver lasciato qualche traccia di sé, almeno a livello folkloristico, ed il fenomeno dei “big cats” sembra del tutto recente. Giova tuttavia ricordare che, nell’ambito delle tante leggende che circondano la semi-storica figura di re Artù, ce n’è una che vuole che il mitico monarca venisse infine ucciso da un gigantesco felino, chiamato “cath palug” (incidentalmente, è possibile vedere una rappresentazione di tale evento tra le figure presenti nello splendido mosaico pavimentale della cattedrale di Otranto). Inoltre, la criptozoologa Di Francis, già citata, afferma che avvistamenti di simili animali sono avvenuti anche in epoche precedenti, solo che in questi casi essi vennero identificati con cani demoniaci, i cosiddetti “black dogs”. Di primo acchito, sembra improbabile che un felino possa essere scambiato per un canide (o viceversa), tuttavia ricordo che l’animale avvistato nel Bedfordshire nel 1982 era stato paragonato ad un mastino tedesco. Ancora più probante appare il caso del “girt dog”, un misterioso predatore che nel 1810 uccise e dissanguò decine di pecore nell’Ennerdale, in Cumberland, prima di essere abbattuto il 12 settembre. Considerato generalmente un cane, il suo corpo imbalsamato, purtroppo andato perduto, appariva più simile a quello di un leone, dal pelo giallo-bruno, con bande scure. Tra le tante storie circolanti in Inghilterra sui “black dogs”, una delle più agghiaccianti è quella dell’esemplare che il 4 agosto 1577 avrebbe fatto irruzione nella chiesa di Bungay, nel Suffolk, uccidendo due uomini e ferendone un altro; poi sarebbe penetrato in un’altra chiesa, nella vicina Blythburg, ed avrebbe ucciso altre due persone, lasciando i segni dei suoi artigli sulla porta dell’edificio sacro, visibili ancor oggi.

Sempre a questo misterioso animale Di Francis fa risalire le impronte che vennero ritrovate sulla neve la mattina dell’8 febbraio 1855 nel Devonshire: simili a quelle di un asino e lunghe 12 centimetri, seguivano un percorso rettilineo, arrivando anche sui tetti ed all’interno di giardini recintati. All’epoca vennero chiamati in causa vari tipi di animali (asini, muli, lontre, tassi, canguri, cigni, addirittura mostri marini) ed addirittura il diavolo, ma un felino di grosse dimensioni, buon arrampicatore, avrebbe potuto benissimo lasciare tali orme, tanto più che sulla neve spesso le impronte di un simile animale possono davvero assumere l’aspetto di quelle di un asino.

A corollario di questa ipotesi, giova ricordare che nel 1984, nei pressi di Kellas, nel Morayshire, venne ucciso un grosso felino nero, alto 38 centimetri al garrese e lungo 110; i suoi resti vennero analizzati, e gli studiosi conclusero che l’animale apparteneva ad una specie di ibridi tra gatti domestici e selvatici, che con il tempo si era adattata all’ambiente in cui viveva, differenziandosi dagli antenati. Negli anni passati c’erano stati altri avvistamenti di queste bestie, ma erano stati tutti ritenuti falsi…

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Informazioni su Roberto Conte 23 articoli
Nato a Taranto il 30/10/1966, laureato in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Lecce, membro dell'Associazione Culturale ACSI/Prometeo Video Lab, autore del saggio storico-biografico "Giovanni delli Ponti, un d'Artagnan tarantino", edito nel 2012 da Scorpione Editrice. Appassionato di Criptozoologia, Archeologia e di tutto ciò che ha a che vedere con il mistero.

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