Legandosi alla proteina “spike”, che si trova sulla superficie del coronavirus Sars-CoV-2, l’anticorpo monoclonale le impedisce di agganciare le cellule e in questo modo rende impossibile al virus di penetrare al loro interno per replicarsi. Per questo motivo i ricercatori sono convinti che l’anticorpo ha delle potenzialità importanti “per il trattamento e la prevenzione della Covid-19”.
Al momento gli unici farmaci utilizzati sono stati sintetizzati per curare altre malattie, ad esempio l’antireumatico e quelli anti-Aids. Si lavora intanto su più fronti, dalla possibilità di utilizzare il plasma delle persone guarite all’uso sperimentale di farmaci nati per altre malattie. Dalla Francia sono invece arrivate serie perplessità sui farmaci anti-infiammatori e un chiaro invito a non assumere ibuprofene.
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Lascia sperare la possibilità di utilizzare il plasma di pazienti guariti dalla Covid-19, con alti livelli di anticorpi: è l’obiettivo del protocollo firmato in Italia da alcuni centri regionali con capofila il Policlinico San Matteo di Pavia. Per le infusioni di plasma ai malati si attende adesso il via libera dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
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