Trucchi per aiutare la propria mente nei momenti difficili

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Paure, ansie…: 5 trucchi per superarle “hackerando” la mente. Per eliminare la paura di parlare in pubblico, per calmarsi e persino per memorizzare informazioni in modo più efficace: secondo la scienza c’è un trucco per tutto (o quasi).

Si può hackerare la mente come fosse un computer? La risposta è no. O comunque non con nei modi (e con le tecniche) impiegate da chi individua le vulnerabilità dei computer per modificarne il comportamento. Ma è vero che esistono trucchi che ci aiutano ad amplificare alcune nostre capacità (mnemoniche, di concentrazione o di superare ansie e paure) che vale la pena conoscere. Eccone cinque… “testati in laboratorio”.Trucchi per aiutare la propria mente in momenti difficili

Gesticolare per memorizzare. Gli studenti le provano tutte per memorizzare le informazioni prima di un esame. Esistono anche veri e propri corsi per l’apprendimento che promettono di migliorare le performance della memoria attraverso alcuni accorgimenti, talvolta anche curiosi. Come quello proposto qualche anno fa da ricercatori dell’Università di Chicago, e pubblicato sul Journal of Memory and Language: gesticolare mentre “spieghiamo” un’informazione a noi stessi aiuta il nostro cervello a conservare efficacemente l’informazione stessa (più di quanto accada nel caso in cui la pronunciamo ad alta voce o la annotiamo per iscritto), “Abbiamo scoperto – scrivono i ricercatori – che gesticolare durante la fase di memorizzazione di un’informazione, rendeva più facile richiamarla successivamente. Il ricordo migliorava sia nel caso in cui l’oratore gesticolasse spontaneamente, sia nel caso in cui fosse invitato a farlo da altri”.

Chewing gum contro l’ansia. Ammettiamo, a parte quella manciata di secondi iniziali nei quali il suo sapore permane nelle nostre papille gustative, il chewing gum non ci dà chissà quali benefici… Eppure molte persone continuano ad acquistarne e l’industria delle gomme da masticare non teme crisi. Da cosa dipende? Secondo la scienza, da alcuni benefici “secondari”: uno studio di 8 anni fa condotto da alcune università giapponesi ha infatti rivelato che il chewing gum abbasserebbe significativamente i livelli di ansia. E funzionerebbe soprattutto sul lungo periodo: gli effetti, sui 50 volontari coinvolti nella ricerca, erano infatti più pronunciati dopo due settimane di uso del chewing-gum. Non solo: chi masticava gomma, secondo i ricercatori, traeva beneficio anche nell’affrontare depressione e affaticamento.

Paura di parlare? Canta! Vi è mai successo di dover parlare davanti a un gruppo di persone e, prima di riuscire a dire qualcosa, le parole si bloccassero in gola? Per molte persone si tratta di una sensazione quasi di soffocamento. Parlare in pubblico è una delle paure più diffuse. Ma c’è una buona notizia: secondo gli psicologi ci sarebbe un modo per affrontare queste situazioni: cantare. Questo distrae il cervello e aiuta ad alleviare la sensazione di panico che si prova in quei momenti. In alternativa, in situazioni in cui cantare non sia possibile o comunque non esattamente indicato (come durante una riunione, per esempio), si possono anche altri trucchi come pensare a un numero e iniziare a contare all’indietro.

Secondo Sian Beilock, docente di psicologia dell’Università di Chicago e autore di un libro (Choke: What the Secrets of the Brain Reveal About Getting It Right When You Have To) che passa in rassegna alcune tecniche da usare in queste situazioni, il segreto è quello di non cercare di avere il controllo, durante una prestazione, di aspetti che vanno tenuti invece fuori dalla nostra “consapevolezza cosciente”.  In altre parole: se si parla in pubblico, meglio non focalizzare l’attenzione sul fatto che… si sta parlando in pubblico!

Rosmarino e abilità mentali. Sono in molti a riconoscere agli olii essenziali molti benefici sull’umore. Ma la scienza finora si è rivelata scettica a riguardo: gli effetti varierebbero di persona in persona e non sarebbero dunque riproducibili. Ma un olio essenziale che ha mostrato un effetto tangibile c’è: il rosmarino. Così almeno secondo alcuni ricercatori della Northumbria University, che hanno invitato un gruppo di 20 persone in una stanza dove si avvertiva forte l’aroma di rosmarino, chiedendo loro di eseguire una serie di calcoli matematici e altri test. Non senza sorpresa, i ricercatori hanno notato un netto miglioramento delle prestazioni dei partecipanti man mano che il dosaggio dell’aroma di rosmarino aumentava. D’ora in poi solo rosmarino nei vasi in balcone? Calma: per l’esiguo numero di partecipanti, lo studio è (per ora) giusto uno spunto interessante per ricerche future.

Musica classica per studiare e lavorare. La musica, si sa, ha effetti diversi su ognuno di noi, effetti che spesso non siamo in grado di descrivere a parole. Per alcune persone è una via di fuga dal “rumore” dell’ambiente circostante, per altri invece è una generica fonte di beneficio in alcuni momenti difficili. Ora c’è chi sostiene che potrebbe aiutare a migliorare la produttività al lavoro e le prestazioni in test ed esami. Follia? Nient’affatto: 249 studenti sono stati divisi (durante uno studio franco-tedesco) in due gruppi, e al primo gruppo è stato proposto di ascoltare musica a basso volume durante la lezione. Ebbene, quando in seguito gli studenti sono stati sottoposti a un test a scelta multipla, i ricercatori hanno scoperto che quelli che avevano goduto del sottofondo musicale ottenevano risultati migliori. Ma attenzione: funziona solo con la musica classica. Tra i compositori prescelti dai ricercatori c’erano opere di Vivaldi, Bethoveen, Bach e Mozart. Niente rock o pop, insomma.

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