Prima volta che lo sperma è stato osservato al microscopio

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Prima volta che lo sperma è stato osservato al microscopio
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Il disgusto dello scienziato che scoprì come è fatto lo sperma. Gli esseri umani hanno da sempre una buona comprensione di come funziona il sesso e la riproduzione, da molto prima che fosse inventato il microscopio.

Nel corso del tempo ci sono stati parecchi errori di interpretazione, ad esempio una delle credenze prive di fondamento, forse dell’epoca medievale ma chissà da quanto girava la voce, era che sia l’uomo sia la donna eiaculassero, e che questa combinazione generasse poi la prole, ma è sempre stato chiaro che la natura della riproduzione è legata all’accoppiamento, i cui dettagli però rimanevano sconosciuti.

Fino al 17° secolo nessuno sapeva come fossero effettivamente fatti gli spermatozoi, e nessuno li aveva mai visti o era a conoscenza della loro particolare forma. Quando furono finalmente scoperti da Antoni van Leeuwenhoek, inventore del microscopio, egli si sentì tanto a disagio che avrebbe voluto dimenticare ciò che aveva appena osservato.

Anton van Leeuwenhoek
Anton van Leeuwenhoek

Antoni van Leeuwenhoek non aveva una formazione da scienziato, era un osservatore dilettante, ma era riuscito ad ideare lo strumento che forse più di tutti avrebbe rivoluzionato la ricerca biologica: il Microscopio. Grazie alle sue lenti poté dimostrare l’esistenza dei capillari sanguigni, la presenza dei batteri nel pianeta e moltissime altre cose che noi oggi conosciamo in modo scontato ma che a occhio nudo sono invisibili.

Leeuwenhoek scoprì tantissime cose, ma quando vide gli spermatozoi immaginò che il mondo ne sarebbe stato disgustato

Cominciamo dall’inizio. Antoni van Leeuwenhoek nasce nel 1632 in una famiglia piccolo borghese della città di Delft, nei Paesi Bassi, e svolge l’attività di commerciante per buona parte della sua vita. Il suo campo è la compravendita di abiti, ma lamenta l’assenza di lenti che gli consentano di vedere bene i fili della tela.

Come noto il bisogno aguzza l’ingegno, e grazie alla necessità di vedere meglio i fili del tessuto oggi noi vediamo le cose microscopiche come se fossero grandi. Nel 1673, Van Leeuwenhoek utilizza i suoi nuovi microscopi a singola lente per scoprire i batteri ed effettuare osservazioni scientifiche, ed è la prima volta che un essere umano ha interagito consapevolmente con il mondo microbiologico.

Microrganismi osservati da Antoni van Leeuwenhoek
Microrganismi osservati da Antoni van Leeuwenhoek

Ma Leeuwenhoek rimane un tecnico e non ha mai scritto libri, i risultati delle sue osservazioni li ha spiegati in lettere pubblicate da una rivista scientifica, la Philosophical Transactions of the Royal Society of London. Per diverso tempo l’istituzione inglese riceve dei contributi da una persona che non è uno scienziato, ma che sta scoprendo il mondo microscopico prima di tutti gli altri.

Dopo tutte le sua osservazioni van Leeuwenhoek ha un rapporto privilegiato con gli scienziati della Royal Society, i quali gli chiedono finalmente di esaminare lo sperma umano. E qui viene fuori uno dei limiti di van Leeuwenhoek, che non è un ricercatore, ed è limitato nel suo desiderio di scoperta dalla superstizioni e dalla morale religiosa dell’epoca.

Nel 1677 decide di accontentare il vulcanico Henry Oldenburg, direttore tedesco della Royal Academy, e guarda finalmente come sia fatto a livello microscopico il proprio sperma. Rimane letteralmente scioccato. Scrive a Oldenburg:

Se Vostra Signoria dovesse considerare che queste osservazioni possono disgustare o scandalizzare i dotti, supplico umilmente Vostra Signoria di considerarle private e di pubblicarle o distruggerle come Vostra Signoria ritiene opportuno.”

Quando gli era stato chiesto di osservare a livello microscopico lo sperma Van Leeuwenhoek aveva risposto che non avrebbe voluto perché lo riteneva indegno, e solo l’insistenza di Oldenburg lo convince a scoprire gli spermatozoi.

Microscopi di Antoni van Leeuwenhoek disegnati da Henry Baker
Microscopi di Antoni van Leeuwenhoek disegnati da Henry Baker

Anche nel momento in cui deve comunicare i risultati è estremamente cauto. Prima di tutto rassicura Oldenburg “Non ho ottenuto il campione con alcuna macchinazione peccaminosa, ma con l’eccesso che la natura fornisce nelle mie relazioni coniugali“. Van Leeuwenhoek trova quelli che lui definisce degli “animalcoli viventi”, e qualche tempo dopo scrive di nuovo al direttore per dirgli che non gli sarebbe dispiaciuto se la sua scoperta fosse stata soppressa. Oltre ad essere disgustato Leeuwenhoek non ha la sensazione di aver trovato qualcosa di speciale, anzi, all’inizio non è molto interessato a quegli esseri. Pensa che siano un’altra forma di vita, come quelle che vedeva nell’acqua o fra i denti, poi si interessa a quelle strane strutture fibrose che osserva, che altro non sono se non le code degli spermatozoi.

Van Leeuwenhoek non può saperlo ma gli organismi che ha individuato sono diversi da qualsiasi altro presente nel corpo umano. Gli spermatozoi sono le uniche cellule umane in grado di eseguire funzioni all’esterno del corpo. Devono subire cambiamenti fisici radicali mentre raggiungono l’apparato riproduttivo femminile, e di loro non si sa ancora tutto, la scienza medica sta cercando di scoprire meglio le funzioni e le caratteristiche dello sperma.

Van Leeuwenhoek non capisce che gli spermatozoi sono coinvolti nella nascita dei bambini, e come alcuni scienziati successivi pensa che siano dei parassiti. Il termine spermatozoo è molto recente, coniato nel 1820, e il ricercatore che lo ideò pensava a sua volta si trattasse di parassiti. Nonostante la vergogna e lo sdegno di Van Leeuwenhoek dalla Royal Society continuano ad arrivargli richieste per mandare ulteriori descrizioni dello sperma. Lui si impegna e descrive ciò che vede, sempre dietro il muro della sua rigida morale religiosa.

Lettere inviate da Antoni van Leeuwenhoek alla Royal Society
Lettere inviate da Antoni van Leeuwenhoek alla Royal Society

Gli spermatozoi sarebbero rimasti per lo più un mistero nella vita di Leeuwenhoek. Dopo un paio d’anni da questa scoperta e da molte altre osservazioni la Royal Society pubblicò il suo articolo in latino, nel 1679, in cui si includevano alcune illustrazioni degli “animalcoli” non solo dello sperma umano ma anche di quello di cani, cavalli e conigli.

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