Pochi fondi e troppe restrizioni, la ricerca in Italia

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Protesta degli scienziati a Milano. I finanziamenti per la scienza sono ridotti al lumicino e dall’anno prossimo entreranno in vigore nuovi limiti sull’uso degli animali in laboratorio. “Con queste condizioni, non capiamo come mai in Italia ci sia rimasto qualcuno”.

Diminuiscono i fondi, aumentano le restrizioni. Gli scienziati italiani hanno deciso di scendere in piazza domenica 18 dicembre accanto al Duomo a Milano. La manifestazione si chiama “Stand up for science”. L’hanno organizzata i gruppi Pro-Test, Research4Life e Italia Unita per la scienza.

Lo spunto per la protesta è la fine della moratoria che consente solo fino al 31 dicembre di quest’anno alcuni tipi di test sugli animali. “Ma pochi giorni fa l’Europa ha pubblicato i risultati dei bandi Erc” aggiunge Giuliano Grignaschi, ricercatore dell’Istituto Mario Negri e segretario di Research4Life. Ai bandi Erc sono legati finanziamenti consistenti e i ricercatori europei se li contendono come premi prestigiosi. L’Italia si è classificata seconda. “Ma più del 60% degli italiani che hanno vinto lavorano all’estero. E’ una situazione insostenibile” aggiunge Grignaschi.

La fine della moratoria su alcuni tipi di sperimentazione animale riguarda invece un’ingarbugliata vicenda in cui l’Italia si ritrova dal 2014, quando ha recepito una direttiva europea del 2010 che regolava l’uso delle cavie per la ricerca scientifica. Nell’accogliere questa norma, però, il nostro paese ha introdotto diverse limitazioni in più (e per questo è anche stato sottoposto a procedura di infrazione). Limitazioni che però, a loro volta, sono state “sospese” e poste in condizioni di moratoria fino al 31 dicembre 2016 per due casi specifici: gli xenotrapianti e lo studio sugli animali degli effetti delle sostanze d’abuso.

La scadenza della moratoria chiuderà le porte della ricerca a questi due filoni. “E sarà impossibile capire quali sono gli effetti delle nuove droghe” spiega Grignaschi. “Ogni anno nel nostro paese ne arriva circa un centinaio, soprattutto dall’Europa dell’est. Una semplice analisi clinica non basta a comprenderne il funzionamento nell’organismo. E la pericolosità”.

Per dirimere la faccenda Research4Life ha deciso di mandare una lettera ai ministri della Sanità Beatrice Lorenzin, dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e dell’Istruzione Valeria Fedeli. “Vista la situazione politica di oggi – prosegue Grignaschi – non ci illudiamo che il decreto possa essere rivisto. Speriamo solo che la moratoria ottenga una proproga”.

L’esiguità dei fondi per la ricerca in Italia sarà l’ultimo, ma non il meno importante, fra i motivi di protesta degli scienziati a Milano. I Progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin) sono finanziati con 32 milioni di euro all’anno. “La cifra più bassa d’Europa, e probabilmente non solo in Europa” dice Gragnaschi. “Nel mio discorso dirò che la fuga dei cervelli in Italia è fin troppo contenuta. Con queste condizioni, non vedo proprio cosa trattenga uno scienziato nel nostro paese. Mi stupisco che  non siano già andati via proprio tutti”.

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