Continuano le polemiche sul “tesoretto” dell’Istituto italiano di tecnologia. Quei 415 milioni di euro che la biologa e senatrice a vita Elena Cattaneo vorrebbe redistribuire alla ricerca di base. Nella notte tra giovedì e venerdì è stato ritirato – su pressioni del governo – l’emendamento presentato in Commissione Bilancio alla Camera da cinque deputati della Svp. Proponeva proprio il prelievo dei 415 milioni dal conto Bankitalia intestato all’Iit per finanziare la scienza italiana. La senatrice Cattaneo aveva attribuito lo stop all’emendamento alla scomparsa del tesoretto, nonostante la sua esistenza fosse stata certificata fino al dicembre 2016 dalla Corte dei Conti: “Da ambienti della maggioranza mi dicono che quei soldi non ci sono più, lo Stato li ha già spesi”.
Ma la verità potrebbe essere un’altra. Nelle stesse ore in cui in Commissione Bilancio si accantonava l’emendamento “per approfondimenti”, a Palazzo Chigi si incontravano la sottosegretaria Maria Elena Boschi, la ministra della Ricerca Valeria Fedeli, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il presidente dell’Iit Gabriele Galateri e il suo direttore Roberto Cingolani. Obiettivo: trovare un accordo che disinnescasse uno scontro durato ormai molti mesi.
“Ora l’intesa c’è” hanno fatto sapere oggi dal Miur. “E’ stato convenuto di esplorare un percorso comune volto a impiegare risorse messe a disposizione dall’Iit, previo parere favorevole dei propri organi deliberativi, allo scopo di promuovere progetti di ricerca di interesse nazionale, nonché azioni destinate all’ingresso dei giovani nel mondo della ricerca”. Al netto della prosa ministeriale, il tesoretto, o meglio una sua parte (si parla di 250 milioni), sarà dunque effettivamente sbloccato. Immediata la reazione della senatrice Cattaneo: “Un ente il cui fine statutario è il trasferimento tecnologico viene promosso a interlocutore sulla destinazione dei fondi, alla pari di quei ministeri che su quell’ente dovrebbero esercitare il controllo. La toppa è molto peggiore del penoso buco”.
Contattato il direttore dell’Iit Roberto Cingolani ritiene invece che si tratti di “un ottimo accordo. E’ una soluzione molto ragionevole ed è giusto che si interpellino gli organi dell’Istituto, visto che si tratta di soldi dell’Iit. Ora ci metteremo a disposizione dei ministeri competenti per far partire il progetto”.
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