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Il cervello è importante, informiamoci e teniamone cura

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Settimana del cervello, 7 giorni alla scoperta di cosa abbiamo in testa. Dal 12 al 18 marzo, in Italia e in tutto il mondo, si organizzano dibattiti, convegni, mostre, attività per grandi e bambini all’insegna della ricerca scientifica ma anche del divertimento. Per cercare di fare luce su un organo che ancora rimane in gran parte misterioso.

VOLETE SAPERNE DI PIU’ di più sulle neuroscienze? Capire come fare a mantenere il vostro cervello in forma? Aumentare le capacità cognitive? Prevenire le malattie neurologiche? Per voi c’è la Settimana del cervello, manifestazione istituita nel 1996 dalla Dana Alliance for Brain Initiatives, frutto di un enorme coordinamento internazionale cui partecipano ogni anno, a marzo, società scientifiche e professionisti – psicologi, neuropsicologi, psicoterapeuti, biologi, neuroscienziati, medici – impegnati a spiegare come funziona il cervello e coinvolgere adulti e bambini, esperti e neofiti in conferenze, eventi ed attività divertenti.

• NEUROLOGI IN CAMPO
Per l’edizione 2018 della manifestazione, la Società Italiana di Neurologia ha scelto il tema “Non c’è muscolo senza cervello” a fare da trait d’union agli eventi (http://www.neuro.it/public/settimana_del_cervello.php) che li vedranno protagonisti. “Perché grazie al cervello e al sistema motorio si determina qualunque movimento del nostro corpo”, dichiara Gianluigi Mancardi, Presidente SIN e Direttore Clinica Neurologica Università di Genova. “L’ordine, infatti, parte dal cervello, viaggia lungo i nervi periferici e poi giunge al muscolo che si contrae e causa il movimento”. Ma vale anche la via contraria: i nervi e i muscoli influenzano il cervello e il sistema nervoso, fornendo segnali e sostanze nutritive ai neuroni del midollo spinale e contribuendo, attraverso l’esercizio muscolare e l’allenamento, a inviare segnali positivi di sopravvivenza ai neuroni. Proprio sul funzionamento di questa sinergia vitale i neurologi hanno voluto porre l’accento istituendo la Giornata nazionale delle malattie neuromuscolari, che anticiperà di qualche giorno la settimana, il 10 marzo, e servirà a sensibilizzare la popolazione su malattie come la distrofia muscolare, l’atrofia muscolare progressiva, la poliomielite progressiva o le gravi neuropatie periferiche.

• LE SCOPERTE SCIENTIFICHE
Conferenze e dibattiti saranno l’occasione per parlare dei risultati scientifici più recenti ottenuti nel campo della neurologia. Sul fronte dell’Alzheimer, per esempio, la messa a punto di un test eseguibile su un semplice campione di sangue per dimostrare la presenza di un probabile accumulo di amiloide cerebrale, una dai fattori ritenuti responsabili dello sviluppo della malattia. “L’efficacia di questo test sembra comparabile a quella di esami invasivi, e apre nuove prospettive per la diagnosi precoce e la valutazione dell’efficacia di terapie applicate a soggetti a rischio o nelle fasi molto iniziali della malattia”, spiega Stefano Cappa, ordinario di Neurologia, Scuola Universitaria Superiore di Pavia. Nel campo delle malattie neuromuscolari, invece, è diventata realtà negli scorsi mesi la terapia genica: l’Agenzia Italiana del Farmaco ha infatti approvato un farmaco con meccanismo “genico”. “Nusinersen, iniettato con una puntura lombare, attiva la funzione di un gene complementare a quello inattivo nella malattia e consente la produzione della proteina carente da parte delle cellule nervose”, spiega Angelo Schenone, Associato in Neurologia, Università di Genova e Policlinico San Martino di Genova.

• PREVENZIONE E SCREENING
Durante la settimana saranno centinaia gli eventi organizzati da diverse istituzioni e centri di ricerca. Quelle organizzate in 20 Regioni da oltre 600 professionisti, per la quasi totalità psicologi, sono raccolte nel sito settimanadelcervello.it. La campagna organizzata e coordinata da Hafricah.NET, portale di divulgazione neuroscientifica partner della Dana Foundation, quest’anno si avvale anche della partecipazione della Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia dell’Università Sapienza di Roma. “Contrastare il decadimento cognitivo, o demenza, è un obiettivo prioritario della ricerca a livello europeo che comporta importanti investimenti economici. Tuttavia, questo non basta: anche noi, cittadini over-50, dobbiamo fare la nostra parte, non solo facendo attenzione a tutte le patologie che possano influenzare la nostra buona salute mentale e cognitiva, ma anche sottoponendoci a screening periodici di valutazione delle nostre capacità cognitive”, conclude Cecilia Guariglia del dipartimento di Psicologia dell’ateneo romano.

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