Donne e uomini, cervelli diversi. Lo studio: colpa dei geni. Le differenze anatomiche tra uomini e donne sono associate alla diversa espressione nelle aree cerebrali dei geni dei cromosomi sessuali. Ed è la prima prova solida di questo legame. “La ricerca potrà aiutarci a capire come favorire un apprendimento più calibrato per i due sessi”
“Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”, recita il titolo di un noto best seller. Che, al di là degli stereotipi di genere, potrebbe non avere torto. Uomini e donne, infatti, sono anatomicamente diversi anche a livello cerebrale, dato che alcune strutture del cervello hanno dimensioni differenti nei due sessi. A mostrarlo oggi è uno studio del National Institute of Mental Health statunitense, che svela come alle differenze anatomiche corrispondano differenze genetiche nei cromosomi sessuali. Studiare i geni e la loro espressione a livello cerebrale è essenziale anche per comprendere meglio perché comportamenti, abilità cognitive nonché il rischio di malattie psichiatriche possano essere diversi fra uomini e donne. I risultati della ricerca sono pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Da tempo le neuroscienze si interrogano sulla diversità anatomica nei due sessi, anche nel cervello, dovuta sia alla genetica sia all’ambiente, dunque all’educazione e alle esperienze. Alcune pubblicazioni, ancora limitate e su animali, attribuiscono queste differenze al ruolo degli ormoni sessuali e in parte anche ai geni nei cromosomi sessuali. Per approfondire questi aspetti, oggi i ricercatori hanno analizzato più di 2.000 esami di risonanza magnetica cerebrale insieme a varie altre indagini. In particolare, hanno coinvolto circa 1.000 volontari di età fra i 22 e i 35 anni e hanno poi suddiviso il campione in varie combinazioni per osservare se i risultati si mantenevano validi a livello statistico. Gli scienziati hanno poi comparato i risultati con quelli di un altro campione indipendente e con i dati precedenti di migliaia di studi di neuroimaging. Successivamente hanno esaminato anche le informazioni ottenute dall’analisi di tessuti cerebrali di più di 1.300 donatori deceduti. “Una delle novità di questa ricerca”, commenta Giorgio Vallortigara, professore di neuroscienze all’Università di Trento, non coinvolto nel lavoro “è la sua solidità, dato che si basa su un campione molto ampio e su vari approcci metodologici”.
Cervello, le differenze anatomiche
Dai risultati di risonanza magnetica, poi convalidati da quelli delle altre indagini, emerge che in media le donne hanno un volume maggiore nella corteccia prefrontale mediale e laterale, orbitofrontale, temporale superiore e nella corteccia parietale posteriore. Si tratta di aree coinvolte in vari processi emozionali e cognitivi, ad esempio nel prendere decisioni e nell’inibizione degli impulsi. Mentre gli uomini presentano dimensioni relativamente maggiori in diverse aree legate agli stimoli visivi e alla loro elaborazione, anche a livello emotivo: fra queste la corteccia visiva primaria, la circovoluzione temporale inferiore, il giro occipitotemporale, il polo temporale e le regioni occipitali.
“Ma ancora non sappiamo e non possiamo dire”, sottolinea Vallortigara, “in che modo le differenze nell’anatomia cerebrale, provate già da tempo, siano associate a differenti capacità cognitive e risposte emozionali”. Lo studio è interessante perché conferma in maniera robusta queste differenze, collegate a diversi processi emotivi e cognitivi, sia nella donna sia nell’uomo, prosegue l’esperto. “Approfondire l’argomento potrà aiutare, in futuro, a comprendere gli effetti di queste differenze anche sui diversi comportamenti fra i due sessi”, chiarisce Vallortigara. “Ed eventualmente a mettere a punto strategie differenti, ad esempio per un apprendimento diversificato fra i due sessi, che tengano conto di queste differenze emotive e cognitive”.
La responsabilità dei geni
Ma non è tutto. Dall’analisi dei tessuti cerebrali dei donatori gli scienziati hanno osservato che le aree che mostrano le differenze anatomiche sono le stesse in cui l’espressione dei geni dei cromosomi sessuali è maggiore o minore. Ogni individuo ha 23 coppie di cromosomi, di cui 22 non includono informazioni genetiche relative alla caratterizzazione sessuale e la coppia restante di cromosomi sessuali, che invece contengono queste informazioni. “Per la prima volta”, commenta l’esperto, “lo studio identifica una corrispondenza su volontari umani fra l’anatomia diversa e l’espressione, nelle varie aree cerebrali dei geni di questi cromosomi”.
In generale, spiegano gli autori dello studio, questa corrispondenza puntuale osservata con un elevato livello di riproducibilità sembra indicare che la diversa anatomia non sia primariamente dovuta agli effetti dell’ambiente esterno, come le esperienze o l’educazione, che comunque gioca una parte importante. “La ricerca conferma il ruolo della genetica”, conclude Vallortigara, “nel determinare le differenze cerebrali fra donne e uomini”.
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