Chi ha la mano a sei dita ha una supermano. La polidattilia è l’anomalia di chi nasce con mani che hanno un dito in più. Spesso il dito in sovrannumero viene rimosso alla nascita, ma uno studio ora ipotizza che potrebbe valere la pena tenerlo e sfruttarlo.
Chi nasce con un dito in più collocato tra il pollice e l’indice è più bravo a manipolare gli oggetti e può svolgere con una sola mano compiti che normalmente ne richiederebbero due. Insomma, è come se possedesse mani “potenziate”. È una delle conclusioni a cui giunge uno studio di Andrea Serino, neuroscienziato dell’Università di Losanna, che insieme ad alcuni colleghi di Friburgo e Londra ha messo a confronto le abilità di persone che presentano questa particolare forma di polidattilia (anomalia che consiste nell’avere mani con un dito in più) e quelle di persone con mani a cinque dita.
Anche il cervello è super. «Da tempo la fantascienza ipotizza la possibilità di migliorare le capacità motorie di questa preziosa parte del nostro corpo», spiega Serino, «ma nessuno aveva mai indagato scientificamente questioni fondamentali come la possibilità per il cervello di controllare eventuali arti aggiuntivi. E le persone con sei dita, che quindi si trovano ad avere “qualcosa in più” fin dalla nascita, sono il modello ideale per questo tipo di ricerche».
Lo studio ha dimostrato che il dito soprannumerario ha muscoli propri (la mano a sei dita ha quindi in totale più muscoli e nervi) che lo muovono anche in modo indipendente, oltre che in perfetta coordinazione con le altre dita. Inoltre, nel cervello, esiste un’area dedicata della corteccia motoria che controla i movimenti di quel dito in più.«E questo senza che il movimento totale della mano ne risulti rallentato o danneggiato in qualsiasi modo, anzi. Il che significa che anche il cervello, in un certo senso, è “potenziato”», aggiunge Serino.
Alla prova. La polidattilia interessa lo 0,2% della popolazione mondiale. Normalmente, le dita in più vengono rimosse alla nascita. Questa ricerca dimostra che, nel caso siano ben sviluppate, sarebbe meglio valutare la possibilità di lasciarle al loro posto. Durante lo studio, infatti, le persone con 6 dita hanno svolto diversi compiti con una o due mani (riconoscere la forma di un oggetto, piegare un tovagliolo, allacciare le scarpe e comporre sulla tastiera determinate sequenze in risposta alle richieste di un videogioco).
Nel frattempo, per confronto, uomini e donne con 5 dita erano invitati a fare le stesse cose. Risultato: chi possedeva il sesto dito tra pollice e indice svolgeva alcuni compiti più velocemente, altri con più precisione. Il dito soprannumerario infatti, in questa particolare conformazione della mano è in parte opponibile (come il pollice) e questo dà all’arto grande versatilità. «Nelle persone esaminate erano presenti movimenti unici che coinvolgono pollice, indice e il dito in più, movimenti non possibili alle mani a 5 dita», conclude Serino. «Sicuramente i soggetti con 6 dita sono avvantaggiati nel suonare strumenti musicali. Tra l’altro, una delle persone che abbiamo testato gioca come portiere in Brasile e sostiene di essere forte perché ha le mani più grandi ed afferra meglio il pallone».
Mani a 6 dita in azione
Mani con sei dita: un difetto o un vantaggio?
La polidattilia è l'anomalia di chi presenta mani a sei dita. Il sesto dito, normalmente, viene rimosso alla nascita. Ora un team di scienziati, attraverso uno studio e una sperimentazione, solleva un dubbio: non sarà il caso di mantere le dita in più al loro posto? Per saperne di più -> http://bit.ly/mano_6_dita
Pubblicato da Focus su Lunedì 10 giugno 2019
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