All’Università di Ferrara scoprono come rigenerare le ossa umane

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All'Università di Ferrara scoprono come rigenerare le ossa umane
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Unife, la scoperta. Così le ossa possono ricrescere. Lo studio ha visto come protagonista l’università con il gruppo coordinato da Mauro Tognon. Al centro biomateriali innovativi da usare in clinica.

La Regione Emilia-Romagna, un paio di anni fa, ha finanziato con poco meno di un milione di euro, da fondi europei, un progetto scientifico innovativo nel settore della medicina rigenerativa, dedicato alla ricrescita dell’osso.

Il progetto, denominato Niprogen, giorni fa è giunto con successo alla sua conclusione. Le attività di ricerca scientifica hanno visto la partecipazione come capo fila di Cnr Istec di Faenza, Cnr Nano S3 di Modena, Istituto Ortopedico ‘Rizzoli’ di Bologna e per l’Università di Ferrara il gruppo di ricerca coordinato dal professor Mauro Tognon, Laboratori di biologia cellulare e genetica molecolare (Bicegemo).

Il gruppo del professor Mauro Tognon che si è occupato della innovativa ricerca
Il gruppo del professor Mauro Tognon che si è occupato della innovativa ricerca

La parte di studio affidata al gruppo Unife aveva come finalità di indagare e caratterizzare i biomateriali innovativi da impiegare in clinica per la ricrescita dell’osso. Per questo scopo sono state impiegate, come modello di studio, cellule staminali umane dell’adulto.

Le cellule staminali sono state fatte crescere a contatto con i biomateriali da saggiare. In seguito sono stati indagati diversi parametri delle cellule staminali e i profili di espressione dei loro geni, presenti nel Dna, coinvolti principalmente nel differenziamento e produzione di osso.

Gli esperimenti di biologia cellulare e genetica molecolare hanno permesso di identificazione e quantificazione i marcatori specifici per la produzione di osso. L’insieme dei dati ottenuti ha dimostrato che i biomateriali innovativi, prodotti a Faenza ed esaminati a Ferrara, possiedono ottime caratteristiche, tali da indurre le cellule staminali a differenziarsi in osso.

I saggi eseguiti a Bologna, prima in modelli animali e in seguito nei pazienti ortopedici, hanno consentito di verificare come i nuovi biomateriali favoriscono la ricrescita dell’osso. L’aspetto clinico interessante è che la ricrescita dell’osso, prima osservabile per piccole entità, ha oggi raggiunto dimensioni di diversi centimetri.

Diversi pazienti ortopedici necessitano di ricrescita dell’osso. Infatti, pazienti affetti da tumori dell’osso (osteosarcoma) le cui ossa vengono resecate con terapia chirurgica, lavoratori che perdono matrice ossea per incidenti sul lavoro, oppure incidentati e traumatizzati della strada vengono curate con terapie atte a far ricrescere l’osso mancante.

Inoltre, con l’invecchiamento della popolazione, una frazione sempre maggiore di pazienti anziani affetti da osteoporosi e altre patologie dell’osso necessiteranno nel prossimo futuro di rigenerazione/ricrescita dell’osso. Lo studio di Unife ha permesso di ipotizzare l’impiego delle cellule staminali, anche dello stesso paziente nell’ambito di un approccio di medicina personalizzata, assieme ai nuovi biomateriali per la ricrescita dell’osso.

Inoltre, lo studio dell’Università di Ferrara ha individuato specifiche molecole che in un futuro non troppo lontano potranno essere impiegate come tali nel paziente per consentire la ricrescita dell’osso.

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