“L’Universo è un organismo vivente e noi siamo le sue cellule”: lo sostiene il fisico teorico Lee Smolin. L’Universo, stando alle parole del fisico teorico Lee Smolin, sarebbe un organismo vivente e noi le sue cellule. Ecco cosa sarebbe in realtà il Big Bang.
“Guardate le stelle e non i vostri piedi. Provate a dare un senso a ciò che vedete, e chiedervi perché l’universo esiste. Siate curiosi”
Diceva Stephen Hawking, uno dei più celebri luminari del nostro secolo, riferendosi al più grande mistero di sempre: l’universo. Dalla forma di vita più minimale, dal microbo più millimetrico al mammifero più organicamente arzigogolato, l’essere umano è convinto di conoscere ogni organismo in ogni particolare biologico che lo contraddistingue. Tuttavia, potrebbe esistere un organismo su scala più grande, a “livello cosmico”, nel quale i pianeti rappresentano le cellule e i buchi neri da DNA dello spazio, la materia conosciuta un neo in un tessuto epidermico molto più grande che sarebbe la materia oscura. Si tratterebbe dell’Universo stesso. Ma, per comprendere meglio questa teoria estremamente affascinante in quanto molto spesso tralasciata o poco approfondita, bisogna porsi delle domande: Cosa rende vivo un organismo? Cosa ci rende diversi da un sasso o da un robot? È il battito del cuore? Sono i pensieri che abitano la nostra mente? O per il fatto che nasciamo, cresciamo e moriamo?
Un gruppo di scienziati ha ipotizzato che l’intero cosmo possa essere un unico organismo vivente, del quale noi incarniamo una parte infinitesimale e nel quale possiamo vivere autonomamente e muoverci allo stesso modo. A ben vedere, tutte le forme di vita possono essere ricondotte ai pochi organismi unicellulari che si “aggiravano” nell’Archeano. Oggi, dopo circa 4 miliardi di anni, hanno visto la luce elefanti, balene e altre 8 milioni di specie eucariotiche. Inutile specificare che tutti gli esseri viventi sul nostro pianeta sono interconnessi, tanto da far ipotizzare di essere tutti membri di un singolo organismo vivente. Rappresentiamo forse le centinaia di differenti tipi di cellule del nostro corpo che costantemente muoiono e si rinnovano?
Il primo riferimento, in Occidente, a questa teoria, ci viene fornito dal filosofo greco Anassagora, che era fermamente persuaso dell’esistenza di un Nous ( mente ) che organizzasse il cosmo per farlo riemergere al caos originario. Ma la vera e propria concezione dell’universo in quanto organismo vivente è stata formulata da Platone, dagli stoici, da Plotino e dal neoplatonismo: stando alla visione “organicista” le galassie, i buchi neri, quasar, stelle, nebulose fanno tutti parte della struttura di un unico organismo che è l’universo. E, se prendiamo per buona l’ipotesi che caratteristica essenziale di un essere vivente è nascere, crescere e morire, allora l’universo dovrebbe davvero essere un organismo in tutti i sensi: il Big Bang sarebbe la venuta al mondo del cosmo da un universo antenato, l’espansione sarebbe la sua crescita e, quando in futuro l’entropia avrà raggiunto il suo equilibrio, l’Universo dovrebbe morire.
Un’altra caratteristica degli esseri viventi è il fatto di provenire da un altro organismo. Il fisico teorico Lee Smolin, uno dei fondatori del Perimeter Institute for Theoretical Phsysics, Stando alla sua teoria, il nostro Universo avrebbe già dato vita ad una intera famiglia di universi-figli nascosti al di là dell’orizzonte oscuro dei buchi neri-.
“Le leggi di natura sono perfettamente sintonizzate, in modo che l’Universo possa ospitare la vita. Immaginiamo cosa succederebbe se cambiassimo anche solo leggermente queste leggi: l’Universo non sarebbe più così ospitale. Resta un mistero il motivo per cui l’Universo è così accogliente nei confronti della biologia”.
I cosmologi hanno da tempo dibattiti sulla così detta “Perfetta Sintonizzazione”. Se una qualunque forza della natura fosse più forte o più debole di una percentuale inferiore all’1%, le stelle e le galassie non si sarebbero mai “edificate”. Addirittura gli atomi non esisterebbero.
“La selezione naturale spiega come le strutture intricate della vita si sviluppano progressivamente. Mi chiedo se anche il nostro universo così complesso sia il risultato di una versione cosmica dell’evoluzione biologica. L’Universo potrebbe avere una storia? Potrebbe avere degli antenati? Mentre si è evoluto nel corso della storia, potrebbero esserci state variazioni casuali delle leggi, e poi una selezione delle stesse, privilegiando quelle che introducevano le strutture più complesse?”
La risposta a quest’ultimo quesito, stando alla sua opinione, è la “selezione naturale cosmologica”, in quanto la migliore che abbia mai trovato fino adesso. Naturalmente, perché la Teoria della Selezione Naturale Cosmologica di Smolin possa avere un risvolto pratico, ci deve essere un meccanismo per cui un intero cosmo possa riprodursi e subire una mutazione come nella trasmissione del DNA.
“La risposta si trova nel centro impenetrabile dei buchi neri. Le leggi della fisica conosciuta, lì dentro, cessano di esistere, declassate da altre leggi relativa alla gravità quantistica finora ignote. Quando una stella esplode, lasciando il posto ad un buco nero, avviene la nascita di un nuovo universo. La stella che ha creato il buco nero collassa, e poco prima di diventare infinitamente densa, rimbalza e ricomincia ad espandersi.A quel punto, si creano nuove regioni di spazio tempo, sempre all’interno dell’orizzonte del buco nero, le quali potrebbero crescere e diventare grandi come ha fatto il nostro Universo dopo il Big Bang. Nel cosmo funziona come in biologia: esiste una popolazione di universi che generano una progenie attraverso i buchi neri”
Tuttavia, mentre Smolin approfondiva quali leggi della fisica permettono ad un piccolo universo di essere più prolifico, Smolin ha notato una strana somiglianza tra l’albero genealogico cosmico e quello biologico.
“Perchè si formi un buco nero, occorre una stella molto grande. Inoltre, occorrono enormi nuvole di gas e polveri fredde, in modo che queste sostanze si trasformino in monossido di carbonio, quindi occorrono sia il carbonio che l’ossigeno, i due atomi essenziali per la formazione della vita”.
Stando alla Teoria della Selezione Naturale Cosmica, l’Universo in cui ci troviamo è un organismo vivente, e che quello della vita non è un fenomeno solo locale, ma anche scalare, cioè in grado di venire alla luce non solo in diversi luoghi dell’Universo, ma anche su divergenti scale di grandezza, tanto grandi da risultare a noi sconosciute.
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