Pare che il buddismo in Giappone sia stato introdotto nel 538 ma si suppone che fosse penetrato nell’ arcipelago anche prima. Durante i secoli precedenti erano cominciate le relazioni con la Corea, coreani e cinesi erano giunti dai vari reami della penisola. Attraversato lo stretto questa gente si era stabilità in Giappone, la cui cultura era parecchio in ritardo rispetto a quella coreana o cinese.
Alcuni degli immigrati erano monaci, altri dei laici che praticavano il buddismo. Questa religione era penetrata nei vari Stati coreani in epoche diverse fin dal 372. Tra i libri che i continentali portavano con se probabilmente si trovavano delle scritture buddiste quindi si può dedurre che i giapponesi avevano sentito parlare del buddismo prima della metà del VI secolo.
Nel Nihongi, composto tra il 714 ed il 720, si menziona per la prima volta l’ invio di una statua buddista a corte. Il re Syòng-myòng, di Paek-che, aveva offerto all’ imperatore Senka questo dono di oggetti religiosi buddisti.
Mentre tentava di penetrare a corte, il buddismo si scontrò con l’ ostilità dei membri di due grandi famiglie, i Mononobe, incaricati della vigilanza e delle funzioni di polizia esecutiva ed i Nakatomi, che erano i liturgisti dello shinto. Nel 585 queste famiglie erano riuscite ad eliminare la nuova religione che aveva trovato sostegno, invece, in un’ altra potente famiglia , i Soga.
Il capo dei Mononobe, Moriya, attribuì lo scoppiare di un’ epidemia alla collera delle divinità locali offese e voleva incendiare il tempio edificato dai Soga e gettare nel fiume la statua del Buddha che si venerava; ma i Soga poco dopo furono autorizzati a coltivare il buddismo a titolo privato. Moriya fu ucciso in battaglia ed il buddismo trionfò con i Soga.
Il principe Shotoku (574-622) era uno degli uomini più intelligenti e meglio dotati del suo tempo e viene considerato il primo grande artefice della diffusione del buddismo in Giappone. Il principe fece costruire dei templi tra i quali ricordiamo lo Shitennoji e lo Horyuji dove si conservano molti tesori dell’ arte buddista del tempo.
Quando il principe morì si contavano nel paese 820 monaci e 560 monache. Il principe aveva studiato tre sutra tra i quali ricordiamo il Sutra del Loto che avrebbe influenzato il buddismo giapponese per parecchi secoli.
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