La famiglia di Nostradamus

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Per inquadrare nel modo più esatto la personalità del grande veggente è opportuno risalire indietro nel tempo e cominciare a parlare dell’origine della famiglia alla quale egli appartenne.

Consultando le antiche cronache provenzali è ormai certo che la famiglia di Nostradamus giunse nel sud della Francia dall’Italia a seguito di una migrazione che spinse un gran numero di ebrei a cercare e trovare rifugio in nuove terre.

La posizione degli ebrei in Europa intorno al XIV scolo era chiaramente delineata.

Infatti essi non potevano essere né contadini né cavalieri cosicché erano obbligati a diventare commercianti nonché depositari di alcune scienze che oggi definiremmo esatte ma che allora la credenza popolare preferiva definire come scienze che consentivano di penetrare i misteri.

Dobbiamo dire che fatta eccezione per i nostri tempi gli ebrei sono sempre stati nomadi dal momento che gli eventi della storia hanno sempre impedito loro di mettere radici stabili in un luogo.

Infatti la terra da coltivare e da cui trarre frutti per vivere su cui costruire una dimora stabile da tramandare in eredità ai figli non era alla loro portata.

Di conseguenza l’insediamento di piccole comunità ebraiche dedite ai commerci era stato del tutto naturale e poiché gli ebrei svolgevano il loro lavoro bene con il passare delle generazioni avevano finito col coesistere perfettamente con il resto della popolazione.

A poco a poco dai piccoli commerci la loro abilità si era indirizzata anche ad altri lavori e avevano finito per detenere l’arte della medicina le arti in genere e l’arte di far pagare soldi ai contribuenti del tempo.

Dobbiamo mettere in evidenza che al tempo di Nostradamus l’esercizio della medicina non era preparato da un certo sapore di mistero .

In particolare sotto il regno di Renato d’Angiò gli ebrei conobbero tempi felici e non pochi di essi furono realmente devoti a questo sovrano da volersi addirittura convertire al cristianesimo accettando che i loro figli venissero battezzati.

A una di queste famiglie convertite si può far risalire l’origine di Nostradamus e tale origine è chiaramente attestata da Cesare figlio del grande veggente il quale scrisse un opera intitolata “Storia e Cronaca “di Provenza nella quale menzionò un certo Pierre de Notre Dame che altri non sarebbe stato se non il bisavolo di Nostradamus.

Gli storici e gli studiosi hanno approfondito tale discorso appurando che questo Pierre de Nostredame era chiamato Abraham Salomon prima di convertirsi alla religione cristiana dietro consiglio di Renato d’Angiò.

Egli per compensarlo della sua decisione lo nominò nobile mantenendolo nell’invidiabile ruolo di medico di corte ma attraverso alcuni documenti attendibilissimi si sa che un suo nipote Giacomo divenne notaio.

Egli ebreo cristiano della III generazione fu il padre di Nostradamus di Pierre de Nostredame non si conosce praticamente altro.

Giacomo de Notre Dame sposò Renée di Saint Remy anch’essa discendente da ebrei convertiti ed il padre esercitava per la città d’origine la professione di astrologo e medico.

Da questo matrimonio nacquero tre figli: Michele de Notre Dame Il famoso autore delle Centurie; Jean autore di alcune opere sulla poesia provenzale morto senza eredi; Bertrand i cui figli prolungarono il nome di famiglia fino al XVII secolo.

La prima biografia su Nostradamus venne scritta da James de cavigny discepolo del grande veggente.

L’opera venne dedicata a Enrico IV e comparve come prefazione all’edizione delle Centurie che vide la luce ad Amsterdam nel 1668 .

Riassumeremo ora i principali concetti contenuti in tale biografia .

In essa sta scritto che la famiglia di Nostradamus era di origine ebraica convertitasi però al cattolicesimo.

Nostradamus affermava che aveva ricevuto direttamente la conoscenza delle scienze matematiche dai suoi avi dopo la morte del suo bisavolo materno che quasi per gioco gli aveva instillato il gusto delle scienze celesti il nostro autore venne mandato ad Avignone per studiare lettere e formarsi una cultura umanistica.

Di lì Nostradamus passò a Montpellier dove frequentò la famosa università di filosofia e teoria della medicina fino a quando l’occasione offertagli da una pestilenza non gli fornì la possibilità di mettere a frutto quello che aveva appreso studiando medicina.

Dopo essere rimasto nelle zone colpite dalla pestilenza per quattro anni praticando la medicina gli sembrò opportuno far ritorno a Montpellier per laurearsi dottore.

Egli riuscì nel suo intento in poco tempo conquistando anche l’ammirazione dei suoi colleghi.

Passando per Tolosa giunse ad Agen dove Giulio Cesare Scaligero lo trattenne presso di sé.

Egli era un personaggio di notevole erudizione e mecenatismo e con lui Nostradamus entrò in grande confidenza.

Tuttavia qualche tempo dopo nacquero tra i due contrasti e diffidenze di notevole entità.

Nostradamus in quel periodo sposò una onorabile fanciulla dalla quale ebbe due figli, ma sia la moglie sia i figli morirono presto e pertanto vedendosi solo Nostradamus decise di ritirarsi in Provenza.

Alla fine si stabilì a Salon et la Crau dove si maritò in seconde nozze e dove dette inizio alla stesura delle Centurie prevedendo le mutazioni e i cambiamenti che avrebbero sconvolto l’Europa tutta intera.

Il nostro autore per lungo tempo custodì le sue profezie senza volerle pubblicare.

Tale decisione fu dovuta alla natura insolita dell’argomento delle profezie che non avrebbero mancato di suscitare contro di lui calunnie invidie e attacchi quanto mai violenti come in realtà avvenne.

Alla fine il nostro autore desiderando che la gente ottenesse attacchi da tali profezie le fece conoscere a tutti.

Di conseguenza Nostradamus divenne famoso non solo in Francia ma anche nelle nazioni straniere. Anche il re di Francia Enrico II ammirò molto Nostradamus tanto che lo invitò a recarsi a corte nel 1556 e avendo ricevuto dal veggente importanti profezie lo rimandò a casa con molti doni.

Qualche anno dopo il re di Francia Carlo IX si recò a Salom dove incontrò il profeta che venne da lui nominato suo medico di corte e consigliere.

Oramai Nostradamus era diventato molto famoso tanto che da tutta la Francia venivano persone per chiedergli profezie.

Al tempo del suo incontro con Carlo IX Nostradamus aveva superato i 60 anni ed era molto invecchiato ed indebolito dalle malattie che da tempo lo affliggevano in particolare un artrite e una gotta che gli creavano molti problemi.

Nostradamus il 2 luglio del 1566 morì prima del sorgere del sole.

Nostradamus conosceva bene il giorno della sua morte tanto che poco prima di essa scrisse di suo pugno una frase in latino che faceva riferimento al suo trapasso.

Concludiamo il nostro discorso mettendo in evidenza che sul suo sepolcro furono scolpite le parole di un epitaffio composto a imitazione di quello del grande storiografo latino Tito Livio.

Tale epitaffio venne scritto in latino lingua molto amata da Nostradamus.

Prof. Giovanni Pellegrino

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