Considerazioni sulla tradizione magica egiziana

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In questo articolo ci interesseremo degli elementi principali della tradizione magica egiziana .

Al contrario di quanto si pensava nel mondo classico i testi scoperti nell’era moderna dimostrano che la magia egiziana era un’arte estremamente evoluta.

Nella religione egizia Heka era la deificazione della magia essendo il suo nome abitualmente tradotto con magia o forza soprannaturale.

Secondo i testi egiziani Heka esisteva “ prima della nascita della dualità” .

Il termine Heka è usato anche per la pratica dei riti magici .

Heka nella religione egiziana era colui che attivava il Ka , l’aspetto dell’anima che incorporava la personalità.

Gli egiziani erano convinti che la magia agisse attivando la potenza dell’anima .

Heka agiva insieme ad Hu il principio della parola divina sia nel mondo mortale che in quello divino .

Heka essendo uno che attivava il Ka veniva anche definito figlio di Atum creatore delle cose in generale .

La magia per gli antichi egiziani permeava ogni cosa nella creazione e come tale tutte le cose nella creazione possedevano Heka in una certa misura .

Ogni antico egizio a suo modo era un mago e prendeva parte al potere che gli dei avevano dato agli uomini di agire sul mondo reale.

La comprensione dell’Heka dava la possibilità al sacerdote / mago di compiere i riti magici .

Di conseguenza egli più Heka acquisiva maggiore era la capacità di compiere riti magici.

La magia in Egitto a differenza di quella occidentale non veniva divisa in magia nera e magia bianca  ma in una “magia inferiore” e in una “ magia superiore”.

La magia inferiore era la magia del mondo fisico della salute , del danaro e della fortuna mentre la “magia superiore” era associata allo spirito.

Per gli antichi egizi la magia era stata donata dalla divinità agli uomini per respingere le avversità.

Di conseguenza essa era un modo per combattere in maniera efficace il destino avverso.

Diversi erano i tipi di magia utilizzati dagli antichi egizi : magia scritta ,magia delle parole , magia simpatica ,magia con amuleti.

Per quanto riguarda la magia scritta dobbiamo dire che essa era molto utilizzata sulle pergamene e i testi sacri e sulle mura delle case.

A sua volta la magia delle parole era basata sul principio secondo il quale la parola nell’antico Egitto era considerata sacra e creatrice.

Infatti nel Libro dei Morti stava scritto : “ che i tuoi pensieri siano i grandi incantesimi magici che escono dalla tua bocca “.

Nell’antico Egitto la formula magica era l’arma più potente del mago .

Di conseguenza la sua corretta pronuncia era essenziale per l’efficacia del rito magico.

Non dobbiamo dimenticare che secondo gli antichi egiziani l’intero universo era costituito da vibrazioni cosicchè le vibrazioni davano luogo ad effetti .

Esse potevano assumere la modalità del comando o della preghiera al Neter .

Esso era per gli egiziani un aspetto di Dio.

In tal senso l’Heka di cui abbiamo parlato in precedenza era l’energia latente in certe parole di potenza e in certi gesti rituali .

I sacerdoti egiziani erano pertanto considerati potentissimi signori della Parola .

La magia del nome era di fondamentale importanza nell’antico Egitto dal momento che era considerata di fondamentale importanza conoscere il nome segreto dell’essere .

Infatti il nome segreto racchiudeva l’essenza dell’essere cosicché conoscerlo significava averne il dominio .

Per quanto riguarda la magia simpatica dobbiamo dire che era quella per cui  celebrando un rito magico su una parte appartenente ad una persona o una cosa si determinò un effetto che dalla parte si trasferiva all’intera persona o cosa .

Ciò avveniva anche se la persona o cosa erano assenti e distanti dall’evento magico .

A tale scopo  venivano usate immagini contenenti qualcosa della vittima del rito magico .

Per fare un esempio concreto questo tipo di magia fu usato contro il re Ramses III da un gruppo di sacerdoti e cortigiani .

Questi cospiratori entrarono in possesso di un libro di magia distruttiva della biblioteca reale e lo utilizzarono per fare pozioni incantesimi scritti e figurine di cera con cui danneggiarono il re e le sue guardie del corpo.

Si riteneva che le figurine magiche potessero essere più efficaci se contenevano qualcosa della vittima designata come capelli unghie etc.

I cospiratori furono poi processati per stregoneria e condannati a morte .

Gli amuleti nella magia egiziana erano molto utilizzati come protezione dagli attacchi magici .

Per gli egiziani antichi l’alba era il momento più favorevole per effettuare riti magici.

Le attività magiche venivano utilizzate per protezione guarigioni e maledizioni.

Per la protezione venivano utilizzati esclusivamente amuleti mentre la magia a scopo medico era considerata non tanto come alternativa alla medicina bensì una terapia complementare .

I sacerdoti nell’antico Egitto erano tutti guaritori .

Medicina e guaritori erano considerati rami della magia tanto che i sacerdoti di Heka svolgevano anche questi compiti.

Per quanto riguarda l’uso delle maledizioni esso era limitato .

Ad esempio venivano maledette le tombe dei faraoni allo scopo di scoraggiare i ladri a profanare quei luoghi .

Inoltre venivano utilizzati i testi di esecrazione che erano frasi con le quali nell’antico Egitto si cercava di allontanare danneggiare o eliminare i nemici .

I testi di esecrazione si utilizzavano anche per colpire i concittadini che erano diventati dannosi o pericolosi .

Tali testi abitualmente venivano scritti su vetri o su cocci di argilla o ceramica .

Più che atti religiosi essi erano atti di magia che avrebbero dovuto produrre il loro effetto automaticamente

L’antico Egitto è la fonte più ricca di questi testi di esecrazione che diventavano più numerosi nei momenti di crisi nei rapporti con le nazioni vicine .

Ma queste attività magiche erano presenti anche in altre culture .

Come molte cose dell’antichità anche la magia egizia andò incontro a un processo di degenerazione nel corso del passare del tempo .

Detto ciò riteniamo concluso il nostro discorso sulla magia egiziana.

Prof. Giovanni Pellegrino

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