
In questo articolo formuleremo alcune considerazioni sulla magia.
Fin dal remoto passato la magia è stata considerata una importante disciplina finalizzata a collegare la dimensione visibile alle forze dell’invisibile.
Inoltre la magia è stata anche considerata l’arte per dominare gli elementi, un insieme di tecniche di guarigione nonché di dominio sulle forze soprannaturali.
In alcune epoche del passato i maghi sono stati considerati profondi conoscitori della natura.
La magia forma di sapere esoterico ed iniziatico che si presenta come in grado di controllare le forze della natura è stata oggetto nei vari sistemi sociali e dei diversi periodi storici di valutazioni opposti.
A volte è stata considerata una forma di conoscenza superiore mentre altre volte è stata rifiutata e condannata dalle autorità civili e religiose.
Nell’entrare nel complesso mondo della tradizione magica cercheremo di comprendere quale definizione sia stata data alla magia dal mondo universitario la cui opinione conta di più a livello ufficiale di quella degli esoteristi dei secoli precedenti.
Vogliamo mettere in evidenza che nel corso degli ultimi due secoli il mondo universitario ha cercato di dare un’interpretazione non solo della magia ma anche del suo rapporto con la religione e la scienza.
Esistono varie interpretazioni accademiche della magia ma quando gli accademici contemporanei parlano di magia nella maggior parte dei casi le ipotesi che guidano alla comprensione della magia stessa sono fondamentalmente tre.
Le ipotesi in questione sono: l’ipotesi intellettualistica, l’ipotesi funzionalistica, l’ipotesi di partecipazione.
In questo articolo prenderemo in considerazione l’ipotesi intellettualista la quale comprende la magia sulla base della teoria meccanicistica di Tylor e Frazer.
Questi etnologi allineati alla teoria di Darwin dell’evoluzione della specie erano interessati soprattutto alle motivazioni per cui i popoli che vivevano in diverse parti del mondo avessero credenze e pratiche simili di tipo magico.
Tali etnologi basavano la loro teoria sulla convinzione che la storia umana è caratterizzata da un progresso continuo e costante.
Essi vedevano la storia della società umana come il prodotto di una sequenza necessaria di stati di sviluppo sempre più articolati e complessi.
Tali stadi di sviluppo culminavano nella società industriale di metà ottocento.
Secondo tali autori le società contemporanee più semplici non avevano ancora raggiunto gli stadi culturali più complessi e articolati e di conseguenza potevano essere considerate simili alle società più antiche.
Tali studiosi cercavano di dare spiegazione a comportamenti e usanze ritenute altrimenti prive di senso.
Tali comportamenti sarebbero per tali autori sopravvivenza a residui arcaici i precedenti stadi culturali.
Questi etnologi erano convinti che con lo sviluppo e l’evoluzione della scienza la magia e la religione diventavano obsolete dal momento che costituivano credenze fideistiche.
Per prima cosa esporremo le teorie di Tylor fondatore dell’antropologia sociale e primo antropologo ad essere considerato un vero e proprio scienziato.
Tylor nella sua opera “cultura primitiva” afferma che la religione nel periodo arcaico era basata sull’animismo.
Essa sarebbe consistita nell’attribuire a ogni cosa esistente nel mondo fisico un’anima.
Tale anima sarebbe una seconda realtà vitale relativamente indipendente dalla sostanza fisica visibile e percepibile.
Tale anima sarebbe una specie di doppio spirituale ora benefico ora malefico da in graziare con offerte o da controllare con pratiche magiche.
Tale convinzione sarebbe derivata secondo l’antropologo inglese soprattutto dall’esperienza del sogno che veniva percepito dall’uomo primitivo come le esperienze di un “doppio”.
Tale convinzione in uno stadio evolutivo in cui non erano ancora concettualizzate le differenze tra cose ed esseri viventi avrebbe portato a credere che in ogni realtà del mondo era presente un’entità spirituale che esisteva separatamente da quella materiale che la ospitava.
Tale teoria avrebbe poi perso molto del credito che le venne attribuito nel momento in cui venne formulata.
Tylor definisce la magia come separata dalla religione e dalla scienza e basata sull’errore di confondere un’analogia ideale con una reale connessione.
Dobbiamo dire che per Tylor la scienza doveva essere il punto di riferimento primario per comprendere la natura della magia dal momento che la scienza era in grado di spiegare e inquadrare la magia.
Dobbiamo dire che anche se in un primo momento Tylor ha insistito con forza che la magia e la religione erano separate nella loro natura ed origine in un secondo momento ha rovesciato la sua posizione.
Infatti egli ha ammesso che una grande percentuale della magia era inquadrabile effettivamente in una teoria generale della religione dal momento che la sua efficacia è attribuita all’intervento di esseri soprannaturali.
Prenderemo ora in considerazione le principali affermazioni di Frazer intorno alla magia contenute nel suo famoso libro intitolato “Il ramo d’oro Studio sulla magia e la religione “.
Frazer ha semplificato l’approccio di Tylor considerando la magia la più antica e primitiva fase di sviluppo evolutivo seguita dalla religione come forma superiore, a sua volta poi sostituita dalla terza e ultima fase dello sviluppo evolutivo ovvero la scienza.
Per Frazer la magia era magia simpatetica, basata sulla credenza dei maghi che alle cose agiscano l’una sull’altra a distanza attraverso una simpatia segreta.
Tale simpatia troverebbe la sua ragion d’essere nell’esistenza di “un’etere invisibile”.
Frazer inoltre divide la magia in omeopatica (imitativa, mimetica) e magia contagiosa.
Frazer riprese tale distinzione da Tylor che a sua volta potrebbe averla ripresa da Cornelio Agrippa.
Frazer afferma che se si analizzano i principi di pensiero su cui si fonda la magia si fungerà alla conclusione che tali principi sono solamente due: il primo si basa sulla convinzione che il simile produce il simile mentre il secondo si basa sulla convinzione che le cose che siano state una volta a contatto continuano ad agire l’una sull’altra a distanza anche dopo che il contatto fisico è finito.
Il primo principio viene denominato legge di similarità mentre il secondo prende il nome di legge di contatto o contagio.
Queste affermazioni di Frazer sono un esempio particolarmente evidente di come a volte le teorie accademiche sulla magia possano avere le loro origini e la loro genesi nelle correnti magiche dell’esoterismo occidentale.
Vogliamo mettere in evidenza che con la nascita del cosiddetto preanimismo la distinzione di Frazer religione e magia venne logicamente a cadere.
Vogliamo precisare che il preanimismo voleva individuare la fase più primitiva della religione non nella presenza di un’anima personale nelle cose ma in una forma ancora più primitiva secondo la quale alle forze inspiegabili soprannaturali presenti nella natura non si attribuiva ancora una natura personale.
Per chiarire meglio questo concetto di preanimismo di fondamentale importanza riteniamo opportuno fare riferimento alla parola melanesiana “mana” che fa riferimento e chiama in causa una misteriosa potenza soprannaturale impersonale.
Secondo Hartland religione e magia si fonderebbero sulla stessa esperienza e si distinguerebbero solo in un secondo momento.
Infatti nella religione prevarrebbe un atteggiamento passivo nei riguardi del mana mentre nella magia prevarrebbe un atteggiamento attivo nei riguardi del mana.
Secondo Hartland mentre il sacerdote sarebbe posseduto da quantità eccezionali di mana il mago possiederebbe e accomunerebbe in maniera attiva una quantità eccezionale di mana.
Hartland afferma altresì che la comune radice di magia e religione sarebbe evidenziata anche dal fatto che in tutte le religioni sarebbero presenti elementi magici.
Hartland sostiene che non sempre la preghiera si differenzia dall’incantesimo e il sacrificio dall’azione magica coercitiva.
Sotto l’influsso del preanimismo entrarono in crisi le principali teorie dell’evoluzionismo classico soprattutto quando gli studiosi si resero conto che anche i popoli più primitivi conoscevano e adoravano divinità personali.
Inoltre gli studiosi si resero altresì conto che molti di questi popoli primitivi avevano anche la concezione dell’esistenza di un Essere supremo.
Oltre ad essere attaccate dal cosiddetto preanimismo le teorie di Frazer furono anche attaccate e criticate da Mauss che insieme a Emile Durkheim è il principale esponente per l’interpretazione funzionalista della magia.
Vogliamo concludere tale articolo evidenziando che l’ipotesi intellettualistica che voleva interpretare la magia sulla base della teoria darwiniana dell’evoluzione delle specie anche se in un primo memento ottenne molti consensi poi subì durissimi attacchi e critiche.
Prof. Giovanni Pellegrino
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