Data la sua impopolarità, il provvedimento di Temer aveva sollevato un vespaio di polemiche in tutto il pianeta, coinvolgendo anche personalità del mondo della moda e dello spettacolo come la top model Gisele Bundchen e l’attore Leonardo DiCaprio.
Emesso la scorsa settimana, il decreto prevedeva lo sfruttamento da parte di imprese minerarie di un’area protetta pari a 4 milioni di ettari e grande come la Danimarca. All’interno della regione, ricca di oro e altri minerali, esistono tra l’altro due riserve indigene.
La tesi del governo è che la zona rimarrebbe tutelata anche senza la riserva naturale. Ma il forte pressing di ong ambientaliste e della comunità internazionale già ieri aveva costretto Temer a rivedere il testo, presentando un altro decreto con maggiori dettagli. Un dietrofront che non è stato però ritenuto sufficiente, tanto che il pubblico ministero federale aveva chiesto la sospensione immediata anche del secondo decreto, definito dai pm una seria “minaccia di ‘ecocidio'” per l’ambiente.
L’attività mineraria rappresenta il 4% del Pil brasiliano ed ha prodotto l’equivalente di 25 miliardi di dollari nel 2016, secondo il sito UOL. Ma il settore sta ancora soffrendo gli effetti del tonfo dei prezzi delle materie prime e del rallentamento della domanda cinese.
Per il coordinatore del programma Amazzonia di WWF Brasile, Ricardo Mello, la sentenza provvisoria del giudice di Brasilia riflette la fragilità del governo Temer, incapace di “consultare la comunità scientifica e la società civile” prima di prendere una decisione su un argomento tanto delicato.
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