ACQUE sempre più calde, livelli in aumento costante, acidificazione in aumento. Non c’è nulla di nuovo nell’allarme degli scienziati sulla situazione degli oceani del pianeta, se non la conferma affatto rassicurante di una tendenza difficile da arrestare. A due giorni dalla Giornata degli Oceani, che si celebra in tutto il mondo l’8 giugno, lo ricorda il rapporto dei ricercatori del Mercator Ocean (.pdf), il centro francese per l’analisi e le previsioni oceaniche globali, con sede a Tolosa, incaricato dalla Commissione Europea di implementare e operare il Servizio Marino Copernicus dell’Unione Europea, basato sui dati satellitari di Osservazione della Terra. “Purtroppo i risultati non sono molto ottimistici” affermano gli studiosi autori di una valutazione completa dello stato e della salute degli oceani nel mondo, inclusi i mari regionali europei.
La fotografia scattata non fa bene sperare. Oceani e mari regionali risultano appunto “sempre più caldi”, il livello “si innalza” e “lo scioglimento dei ghiacci artici prosegue”. A “preoccupare particolarmente è il fenomeno dell’acidificazione”, causato dall’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera, “che altera la composizione chimica dell’acqua e potrebbe presto renderla invivibile per la maggior parte delle specie marine”, spiega dal Mercator Ocean, presente alla Conferenza Oceanica delle Nazioni Unite a New York con un convegno incentrato proprio sul Servizio Marino Copernicus e sul suo ”Rapporto sullo Stato degli Oceani”.
Gli oceani veicolano il 90% dei commerci mondiali e sono ricchi di biodiversità. Sono dunque “una parte integrante delle nostre attività sociali ed economiche, mentre eseguono importanti funzioni climatiche, agendo come serbatoi di carbonio e termostati globali”. Stando al dossier, nel periodo 1993-2015 è aumentata l’estensione del ghiaccio marino in Antartide, ma è diminuita fortemente la superficie di mare coperta di ghiaccio nell’Artico. Nel 2015 gli scienziati hanno monitorato cambiamenti eccezionalmente forti ed estesi, come, per esempio, un devastante El Niño – fenomeno climatico che consiste in un anomalo riscaldamento delle acque del Pacifico centrale -, un’elevata frequenza di tempeste estreme ed eventi di innalzamento del livello del mare in regioni specifiche e a fioriture di alghe nocive.
Mentre nel Mar Glaciale Artico l’estensione della banchisa è stata eccezionalmente ridotta, nel Nord Atlantico sono state osservate temperature sotto la media. Sempre nel 2015 la superficie del Mar Mediterraneo e del Mar Nero ha mostrato livelli di caldo anomali, in particolare nel Mediterraneo del Nord e nell’intero Mar Nero che hanno sperimentato una forte anomalia positiva fino a + 0.8°C), mentre le anomalie lungo la costa libica erano vicine a zero.
Il Rapporto, aggiornato annualmente, “è un risultato storico per il nostro Pianeta Blu” commentano gli scienziati perché “rappresenta la prima pubblicazione in assoluto, su una tale scala, dello stato degli oceani ed è il risultato di una collaborazione eccezionale all’interno della comunità scientifica nonché una sorgente impareggiabile di dati relativi agli oceani per le politiche ambientali”.
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