Via libera della regione Veneto a sparare sui lupi

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Veneto, ok ai proiettili di gomma come dissuasori. Il governo: “Mai detto di sparare ai lupi”. Il sottosegretario all’Ambiente Vannia Gava aggiusta il tiro: “Dalla Regione una richiesta per autorizzare i carabinieri forestali a usarli in caso d’emergenza nell’altopiano di Asiago”. Il parere finale spetta all’Ispra

“NON c’è nessuno ok del governo a sparare sui lupi. Qui non si sta parlando di abbattimenti e di regole generali, ma di un caso specifico dove una Regione (il Veneto, ndr) ha chiesto di poter dotare i carabinieri forestali di dissuasori (proiettili di gomma, ndr) in caso di emergenza”.

A parlare è il sottosegretario all’Ambiente Vannia Gava (Lega) che in una pausa dal dibattito in aula precisa a Repubblica il senso delle sue parole riportate dopo un summit di Asiago da dove sembrava essere passato “l’ok a sparare ai lupi con proiettili di gomma” da parte dell’esecutivo. La faccenda invece appare più complessa.

• IL CASO
Nell’Altopiano dei 7 comuni di Asiago un solo lupo nell’ultimo mese sta creando non pochi problemi ad allevatori e giovani casari della zona: in trenta giorni avrebbe fatto registrare 30 attacchi al bestiame. Una media “da allarme – precisa il sottosegretario – per questo mi sono sbilanciata durante l’incontro”. All’iniziativa di Asiago durante il weekend erano presenti oltre all’esponente della Lega, in vacanza per qualche giorno nella zona, l’assessore regionale dell’agricoltura Giuseppe Pan e il consigliere regionale Nicola Finco.

Qui i membri della Regione hanno specificato che il Veneto per “il caso specifico” degli attacchi registrati negli alpeggi dell’Altopiano avrebbe avanzato al ministero la richiesta di poter intervenire “come difesa e protezione” con i dissuasori, leggasi i “pallini di gomma” sparati solo e soltanto dai carabinieri forestali quando chiamati per l’intervento. Lo stesso assessore Pan ha precisato in giornata che la richiesta del Veneto riguarda “un unico lupo che sta generando preoccupazione tra i malgari per l’abitudine anomala ad avvicinarsi troppo agli abitati”.

• L’ITER DELLA RICHIESTA
La richiesta, che per ora resta tale in attesa dell’ulteriore parere favorevole dell’Ispra, si basa su un precedente avvenuto in Trentino. “In quel caso – spiega Gava – fu dato l’ok, quindi dovrebbe esserci anche per questa vicenda. Allora si trattava della necessità di intervenire in protezione dei pascoli da lupi che continuavano ad attaccare. Lo stesso vale per l’Altopiano. Ripeto: non stiamo parlando di sparare ai lupi, ma di trovare soluzioni a un problema che ora dovrà essere affrontato passando per la ripresa del Piano Lupo, fermo da novembre, e un passaggio con Bruxelles dove chiederemo di rivedere “Habitat”, strategia europea che non tiene conto del fatto che le popolazioni di lupi aumentano e sono sempre più presenti e in conflitto con le attività dell’uomo”.
Se la richiesta veneta dovesse ottenere l’ok dell’Ispra e passare, i precedenti per poter sparare ai lupi con proiettili di gomma però diventerebbero due. Non c’è il rischio che altre Regioni adottino lo stesso sistema? “Non credo, perché qui si tratta di casi specifici e particolarmente difficili – continua Gava – Noi vogliamo tutelare sia animali che agricoltori, è un problema ampio che va affrontato con tutti gli attori della vicenda”.

•LA STRATEGIA DEL MINISTRO
Gava ribadisce che le sue parole “sono state forse fraintese” e di essere in linea con la strategia del ministro e del governatore Zaia. Solo a luglio infatti, anche se in un altro contesto, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva ricordato che per lupi e orsi la questione “non si risolve sparando”. Parole successive alla decisione del Consiglio provinciale di Trento e quello di Bolzano di approvare provvedimenti per la gestione autonoma di orsi e lupi con specifiche sugli abbattimenti.

Costa ricordava l’importanza di rivedere “il Piano lupo elaborato dall’Ispra che è arrivato a un soffio dall’approvazione, ci sono ventidue azioni per regolare il rapporto uomo-lupo. Penso che sia il caso di guardarlo, una soluzione sicuramente lì si trova”. Sulla stessa scia anche il governatore leghista del Veneto Luca Zaia aveva evitato che decisioni simili a quelle del Trentino passassero nella sua Regione.

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