Si investe di meno ma aumentano gli impianti di energie green

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Il bilancio 2016 degli investimenti in energie rinnovabili. Dal report di Bloomberg New Energy Finance: nel 2016 gli investimenti globali in energie rinnovabili si sono ridotti. Sono però aumentati i grandi impianti, segno che queste tecnologie sono più competitive.

Il costo decrescente dell’energia da fonti rinnovabili è la (lunga) strada verso la decarbonizzazione del sistema energetico mondiale. Negli ultimi anni, quella parte di mondo che ha accettato il cambiamento climatico come una realtà scientificamente dimostrata ha continuato a intraprendere iniziative per rendere le rinnovabili le fonti energetiche più importanti per il nostro pianeta. Gli sforzi, rileva l’agenzia Bloomberg New Energy Finance (BNEF), non sono stati inutili.

TRA RIDUZIONI E AUMENTI. In base alle attuali tendenze, l’agenzia Bloomberg ha stimato un aumento del 169% nella produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2040, con 7,4 trilioni di dollari investiti in nuovi impianti nello stesso arco di tempo (trillion, equivalente a 1.000 miliardi negli Usa e nel mondo anglosassone).

I dati sono globalmente positivi, nonostante a prima vista l’impressione sia differente.

Già prima dell’attuale smarcamento di Trump dagli accordi sul clima di Parigi, nel 2016 gli investimenti in green power erano scesi del 18% in tutto il mondo. L’anno scorso sono stati investiti “solo” 287,5 miliardi di dollari dopo che nel 2015 era stato raggiunto il record di 378,5 miliardi.

Tuttavia, nonostante questa diminuzione degli investimenti, la costruzione di nuovi impianti è aumentata.

Ciò è dovuto soprattutto grazie alla maggiore competitività delle apparecchiature solari ed eoliche, tra riduzione dei costi e aumento degli incentivi.

QUALI ENERGIE? Sono l’eolico e il solare (nelle sue diverse applicazioni tecnologiche) a prendersi la maggior parte degli investimenti. In particolare, l’eolico off-shore (cioè le pale eoliche posizionate in mare aperto) sembra rappresentare la nuova frontiera dell’energia green.

È questo, infatti, il settore nel quale, nel corso del 2016, si è investito di più. La spesa per impianti off-shore è valsa 29,9 miliardi di dollari, con un incremento del 40% rispetto all’anno precedente. I produttori europei e cinesi (i principali player) hanno cavalcato l’onda degli incentivi e delle innovazioni tecnologiche.


Il report integrale Bloomberg:
Global trends in clean energy investment (PDF)


IL RUOLO DELL’ASIA. La spinta maggiore verso una riconversione del sistema di produzione dell’energia arriva dall’Asia. Cina e Giappone sono tra coloro che stanno contribuendo maggiormente al cambiamento. Dopo anni di investimenti record, però, sono proprio i due colossi asiatici ad avere rallentato di più negli investimenti in nuove installazioni, per concentrare invece risorse nell’efficienza tecnologica degli impianti esistenti.

Una giornata qualunque a Liaocheng, in Cina. | REUTERS/STRINGER
Una giornata qualunque a Liaocheng, in Cina. | REUTERS/STRINGER

L’anno scorso i cinesi hanno investito 87,8 miliardi di dollari, il 26% in meno rispetto al 2015 (119 miliardi). Il Giappone ha fatto registrare una riduzione ancora maggiore: -43%. «Dopo anni di investimenti record, sostenuti da importanti scelte politiche ed economiche (feed-in), la Cina e il Giappone stanno riducendo la costruzione di nuovi impianti su larga scala e spostano i loro investimenti verso il potenziamento degli impianti in essere», ha dichiarato Justin Wu, responsabile della regione Asia-Pacifico (APAC) di BNEF.

AMER: le Americhe; APAC: Asia-Pacifico; EMEA: Europa, Medio Oriente, Africa
AMER: le Americhe; APAC: Asia-Pacifico; EMEA: Europa, Medio Oriente, Africa

Nonostante questo, la regione Asia-Pacifico (APAC) è quella dove si registrano i maggiori investimenti in energie rinnovabili per il quinto anno consecutivo: attualmente vale il 47% del totale mondiale.

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