Quanta plastica finisce negli oceani?!?

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Quanta plastica finisce negli oceani!
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Pneumatici e vestiti sintetici inquinano il mare. Le particelle di plastica rilasciate dall’usura degli pneumatici e nel lavaggio dei vestiti sintetici finiscono in mare, e prima o poi entrano nella catena alimentare. Una delle cause dell’inquinamento marino da plastiche: micro particelle dovute all’usura di pneumatici su strada o rilasciate in discarica.

Zuppe di plastica: sono gli agglomerati di plastiche varie che, finite in mare e trasportate dalle correnti, si ritrovano e si amalgamano tutte assieme nei punti dove le correnti convergono. Tra le tante plastiche che vanno a formare questi habitat, micidiali per molte specie animali, ci sono anche le micro particelle rilasciate durante il lavaggio di capi di abbigliamento e dal rotolamento degli pneumatici lungo le strade: singolarmente invisibili e praticamente indistruttibili, trasportate dai venti e dalle piogge, queste particelle prima o poi finiscono in mare e dopo un altro viaggio più o meno lungo alimentano infine le zuppe di plastica.

Lo studio degli infiniti rivoli che portano plastica in mare è dello IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, che ha esaminato i dati provenienti da sette regioni marine del pianeta per elaborare un modello che permetta di monitorare le principali sorgenti di 9,5 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani, con questo risultato:

una percentuale compresa tra il 15 e il 31 per cento proviene dall’abrasione di pneumatici e dal degrado di tessuti sintetici rilasciati durante il lavaggio.

GOMME, VESTITI E COSMETICI. La gomma sintetica costituisce circa il 60 per cento del corpo dei pneumatici. Inger Andersen, direttore generale dell’IUNC, ammette che «i risultati dello studio sono stati una sorpresa: queste microplastiche indistruttibili sono ciò i nostri veicoli lasciano sulle strade e che finisce nei fiumi e nei mari!»

E non è tutto: il 2 per cento di questi materiali è costituito da microsfere presenti nei cosmetici, e ancora «nessuno aveva finora pensato che anche solo lavare un vestito sintetico potesse avere un’effetto a distanza così disastroso per la biodiversità degli oceani e, lungo la catena alimentare, sulla salute umana, perché di questi prodotti si nutrono pesci e uccelli», aggiunge la Andersen.

C’È UNA SOLUZIONE? Mentre sembra relativamente facile risolvere il problema dei sacchetti di plastica (vedi qui a fianco), non altrettanto semplice è identificare soluzioni efficaci sul fronte dei cosmetici, dell’abbigliamento e degli pneumatici. Per questi ultimi, un primo, piccolo passo sarebbe quello di migliorare lo stato delle strade: buche e irregolarità varie aumentano l’erosione sulle gomme.

Un manto stradale realizzato anche con materiale recuperato da pneumatici riciclati: dopo 10 anni è ancora in ottimo stato.

Un esempio da seguire potrebbe essere quello realizzato in Emilia-Romagna, dove una sperimentazione su manti stradali realizzati con speciali mix che contengono anche plastiche recuperate dagli pneumatici sembra aver avuto successo: una strada realizzata in questo modo una decina di anni fa, è ancora oggi in perfetto stato.

Una sperimentazione di successo e interessante (ha evitato la discarica di un gran numero di gomme, “silenzia” le strade e sembra capace di ridurre l’usura degli pneumatici) e per fortuna non unica in Italia (vedi Ecopneus).

Non c’è invece ancora alcuna ipotesi su come ridurre l’impatto dovuto all’abbigliamento sintetico durante il lavaggio.

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