
L’orsa investita e uccisa in Abruzzo. Il Wwf: “Il futuro di questa specie è appeso a un filo”. L’animale, una giovane femmina con un cucciolo, è stata investita e uccisa da un’auto a Castel di Sangro (L’Aquila) alla vigilia di Natale. “Una perdita incalcolabile”.
Un’altra orsa è stata travolta e uccisa da un’auto su una strada che lambisce il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise alla vigilia di Natale. “E’ una perdita incalcolabile per il futuro della specie in Appennino”, afferma Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia. “Facciamo un appello accorato a tutte le persone di buona volontà: in tutta l’area di presenza attuale o potenziale dell’orso (quindi in tutto l’Abruzzo montano e le zone limitrofe di Lazio e Molise) è fondamentale che i guidatori rispettino i limiti di velocità, in particolare nelle ore serali e notturne”. “Il futuro dell’orso bruno marsicano è appeso a un filo”, ricorda Caserta, “e dipende anche da ciascuno di noi”. Il Wwf chiede che la Regione Abruzzo, assieme a Lazio, Molise, ministeri dell’Ambiente e dei Trasporti, in collaborazione con Anas e sotto il coordinamento dell’Autorità di Gestione del Patom (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano), si riuniscano urgentemente in tavolo di lavoro congiunto per avviare al più presto i lavori di messa in sicurezza delle strade, con fondi ad hoc da individuare nella prossima legge di bilancio in aggiunta a quelli già disponibili.
L’orsa, una giovane femmina con un cucciolo, è stata travolta da un’auto in transito a Castel di Sangro (L’Aquila) alla vigilia di Natale. È morta sul colpo. Anche il piccolo è stato investito ma è riuscito a fuggire nel bosco, apparentemente senza traumi anche se non si possono escludere lesioni interne. Le ricerche nella zona continuano, perché il piccolo continuerà a cercare la madre per giorni, rischiando ancora di trovarsi in una situazione di pericolo.
Scrivono i responsabili del parco: “In quel tratto anche se c’è il limite di velocità le macchine sfrecciano veloci. Chiediamo a tutti di fare attenzione in questi giorni di festa e di intenso traffico perché, per qualche giorno, il cucciolo continuerà a cercare, in quel posto, la mamma. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella, la Riserva del Genzana e i Carabinieri Forestali, opereranno, con proprio personale, con dei turni notturni e diurni per tutelare l’incolumità del cucciolo e delle persone. L’orsa sarà sottoposta nei prossimi giorni a necroscopia, di cui daremo notizia”.
Ma accanto alla buona volontà delle persone, servono azioni urgenti e inderogabili delle istituzioni preposte per la messa in sicurezza delle infrastrutture, proprio a partire dalle strade. Negli ultimi anni, infatti, sono stati ben 6 gli orsi deceduti per incidenti stradali, 2 solo nel 2019.
“Dopo ogni investimento ci siamo addolorati, abbiamo parlato di grave perdita, abbiamo ipotizzato interventi. Ma in concreto quanto è stato fatto? Quanti dissuasori sono stati montati? Quanti autovelox? Quante campagne di informazione per gli automobilisti sono state messe in atto? Le cose da fare sono tante, e non ci si nasconda dietro la mancanza di fondi perché gli enti, in particolare le Regioni, hanno avuto negli ultimi anni ingenti risorse derivanti dalla programmazione europea, come i FAS e i POR FESR. E ovviamente non ci si spiega come i fondi per progetti come gli impianti sciistici, si trovino sempre, mentre quelli per progetti di messa in sicurezza del territorio che servono ai cittadini e alla salvaguardia dell’orso paiono sempre impossibili da reperire”, aggiunge Dante Caserta.
Ad Anversa degli Abruzzi e in Molise, con l’appoggio di ANAS, il WWF ha installato dissuasori in chilometri di strade- uno degli interventi che rientrano nella campagna WWF ‘Orso 2×50’, per raddoppiare la popolazione di orso marsicano entro il 2050- così come fatto da altre associazioni dentro e fuori dal Parco d’Abruzzo in collaborazione con le stesse aree protette, che hanno redatto e messo in campo anche progetti europei come il LIFE “Strade” e “SafeCrossing”. Ma interventi isolati non bastano: serve un progetto complessivo di messa in sicurezza del territorio, dove ogni ente sì prenda la responsabilità di quello che gestisce, e bisogna farlo in tutto l’areale di espansione dell’orso perché è lì che si giocherà l’aumento della popolazione.
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