Morto l’orso marsicano mascotte del Parco Nazionale d’Abruzzo

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Castel di Sangro: morto investito l’orso Juan Carrito. E’ Juan Carrito l’orso morto investito lungo la Ss17 nei pressi del cimitero di Castel di Sangro. Inutili i disperati tentativi di salvarlo: i soccorsi del Parco, dopo averlo stabilizzato, volevano trasportarlo nel centro Pnalm di Pescasseroli.

La notizia che mai avremmo voluto scrivere: un dolore per tutti gli abruzzesi, e non solo, che per un’ora, appena si è diffusa la notizia del suo investimento, hanno tifato perché si salvasse. Juan Carrito ci ha abituati a scene da cartoni animati: negli anni lo abbiamo visto fare tutto tranne la vita da orso! Mai in letargo, come anche oggi, sempre tra la gente: per Carrito sempre molti like da vera star del web e tanto affetto specie dalle comunità abruzzesi che negli anni avevano imparato a convivere col suo muso sempre in giro.

Juan Carrito, simbolo dell’Abruzzo, morto nel tardo pomeriggio di oggi dopo lo schianto con una vettura sulla statale 17, è stato trasferito nell’Istituto Zooprofilattico di Isernia per l’autopsia . Juan Carrito era uno dei quattro figli di Amarena, il più intraprendente, il più insistente. Spesso, alla sera, arrivava in paese prima a Villalago e poi a Roccaraso e faceva scorribande, arrampicandosi sugli alberi e correndo per strada in contromano.

Castel di Sangro: morto investito l'orso Juan CarritoPer evitare le sue incursioni era stato necessario allontanarlo, far sì che tornasse sulle montagne del Parco, senza stare là dove invece vivono gli uomini. Lui, un orso oggi di 150 chili, aveva preso troppa confidenza: per lui era più semplice trovare il cibo nei pollai, nei cassonetti e nelle pasticcerie, piuttosto che procurarselo tra i boschi come tutti gli altri orsi. Ma Juan Carrito doveva tornare a fare l’orso e, dopo varie battute delle guardie del Parco impegnate a trovarlo sulle montagne di Roccaraso e 394 turni di controllo, fu catturato e portato nei boschi della Maiella che non conosceva, tra i suoi simili. Intorno al collo, così da non perderne le tracce ed essere sicuri di rintracciarlo, aveva un collare con un Gps. L’ultimo avvistamento risale alla giornata di domenica sui campi da sci dell’Aremogna. Poi oggi lo schianto fatale. Una sconfitta per tutti.

“Esprimiamo tutto il nostro sconcerto ed il nostro dolore per la morte dell’orso Juan Carrito, morte avvenuta ieri sera sulla statale 17 a Castel di Sangro a seguito dell’investimento di un auto guidata da una giovane donna, investimento che avrebbe provocato la morte dell’orso a seguito delle ferite riportate per lo sciacciamento contro il guard rail della statale 17. L’orso Juan Carrito era noto in tutto il mondo per le sue scorribande alla ricerca di dolci, scorribande durante le quali svaligiava le pasticcerie di Roccaraso.

” Questa la nota dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA sulle cause della  morte dell’orso marsicano, nota che prosegue indicandp da parte degli animalisti la presentazione di un esposto sulla vicenda. “Non vogliamo che su questa vicenda ci siano delle ombre o si nascondano dei fatti- scrivono gli animalisti di AIDAA- per questo nei prossimi giorni presenteremo un esposto alla procura dell’Aquila per chedere indagini approfondite sulla dinamica dell’incidente e sulla tempistica dei soccorsi per capire se Juan Carrito poteva essere salvato, sia chiaro, nessuna caccia alle streghe ma una chiara richiesta perchè nessun eventuale particolare sia trascurato e che eventuali responsabilità possano essere accertate fino in fondo”. Conclude la nota dell’Associazione AIDAA

Investito e ucciso l’orso Juan Carrito, la mascotte del Parco Nazionale d’Abruzzo. Sul web, oltre al dolore per la perdita, in tanti si complimentano con l’Abruzzo: orsi amati e rispettati.

Juan Carrito, l’orso marsicano simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, è morto: è stato investito da un’ auto nei pressi del tunnel di Roccaraso, sulla statale 17, al bivio per il cimitero di Castel di Sangro. L’orso, contrariamente alle abitudini, da alcuni giorni era stato segnalato nei paraggi dell’Altopiano delle Cinque Miglia e non in letargo. L’impatto è stato fortissimo, e non ha lasciato scampo al giovane orso, deceduto a seguito dell’investimento.

“Una tragedia immane – commenta Meta Parma – e ci auguriamo che vengano accertate eventuali responsabilità di chi era alla guida. Come hanno fatto a investire un orso? A che velocità andavano? C’era troppa scarsa illuminazione? Domande che ci stiamo ponendo in tanti, per capire se questa tragedia si poteva evitare e se ci sono delle responsabilità. In tutto questo però quello che colpisce di più è l’amore e il rispetto dell’Abruzzo per gli orsi, perchè Juan viveva libero. Juan Carrito non è morto in gabbia, come l’orsa F43 morta durante un tentativo di cattura in Trentino, non ha conosciuto la prigionia, come accaduto invece all’orso M49 in Trentino. Purtroppo su questo pianeta abbiamo lasciato poco spazio agli animali, quasi zero, le nostre strade interrompono il percorso dei boschi e l’asfalto è ovunque. Cani, gatti, cinghiali, tantissimi animali purtroppo vengono investiti e uccisi dalle auto, spesso anche colpevolizzati per questo, come nel caso dei cinghiali che stanno subendo una vera e propria persecuzione. Ora è stato investito addirittura un orso, che non viveva in prigionia ma da orso libero, come è giusto che sia. E in un periodo come quello che stiamo vivendo, dove vengono approvati emendamenti “far west” e dove nessuna specie animale sembra essere più al sicuro, dall’Abruzzo arriva un grande insegnamento per tutti: Juan Carrito è stato amato e rispettato, voleva vivere libero. La libertà purtroppo è anche rischio, e questo vale per tutti, anche per noi umani, ma nessuno vorrebbe vivere in una gabbia o sotto una campana di vetro.

“Juan Carrito era un orso problematico ma al Parco abbiamo fatto di tutto, contro tutto e tutti, per dargli una chance e farlo rimanere libero. Ora ci ha lasciato… Stasera siamo tutti un pò più poveri perchè se ne è andato uno di famiglia”, hanno dichiarato il Presidente del Parco, Giovanni Cannata, e il Direttore del Parco, Luciano Sammarone.  Una luce di umanità, che brilla in Abruzzo, dove gli orsi vengono amati e rispettati. Onore all’Abruzzo!

Ha fatto il giro del mondo la sua foto alla stazione di Roccaraso, una delle tante volte in cui è stato immortalato a passeggio lungo i binari: era il 3 marzo del 2022 e questa foto che vi riproponiamo scatenò davvero affetto e simpatia.

Castel di Sangro: morto investito l'orso Juan CarritoE poi ancora appena il 21 dicembre scorso ancora lui, il mitico Carrito, a cercar cibo a due passi dal ristorante stellato dello chef Niko Romito.  Anche in questo caso, data la fama di Romito, fece il giro d’Italia  il post che lo chef abruzzese ha dedicato a Juan Carrito su Instagram, entusiasta e “onorato” per la visita del giovane orso.

E poi ancora a giocare, come il cucciolo che forse era rimasto, con un cane a pochi passi dalla padrona. Anche questa foto scatenò il web. 

Castel di Sangro: morto investito l'orso Juan CarritoA quanto si apprende l’animale, molto noto in Abruzzo per le sue scorribande, contrariamente alle abitudini, da alcuni giorni era nei paraggi dell’Altopiano delle Cinque Miglia e non in letargo. Le condizioni di Juan Carrito sono subito apparse serie: i soccorsi dei veterinari della Asl sono stati vani: constatato il decesso, è stato trasferito nell’Istituto Zooprofilattico di Isernia per l’autopsia.

Castel di Sangro: morto investito l'orso Juan CarritoAlla guida della Golf bianca che ha investito l’orso, alle 18.30 circa, un giovane del posto. Sulla strada le forze dell’ordine, i guardia parco, i forestali e le autorità cittadine del Comune di Castel di Sangro.

E’ appena di ieri la notizia dell’avvistamento di Carrito a Castel di Sangro: anche sul web le tante foto dell’orso più celebre d’Italia mentre si muove lungo una strada, tra la neve degli ultimi giorni e alcune autovetture. Ancora una volta troppo vicino ai centri abitati ma soprattutto a persone e auto, hanno commentato in tanti. E poi lo stupore di molti sul fatto che Juan Carrito non sia in letargo. 

“C’è un forte dispiacere in seno alla comunità: l’incidente mortale è successo nello stesso tratto dove è morta la madre di Juan Carrito. È un tratto dove c’è molto traffico quindi era un evento prevedibile, tra l’altro l’orso marsicano circolava nei paraggi. Ieri sera era stato avvistato vicino ad una masseria”. Così Angelo Caruso, sindaco di Castel di Sangro e presidente della Provincia dell’Aquila, sulla morte in seguito ad un investimento da parte di una autovettura nei pressi del tunnel di Roccaraso dell’orso Jaun Carrito marsicano che si era spinto nell’Altipiano delle Cinque Miglia.

Anche lo scorso anno il figlio di Amarena fece molta fatica ad andare in letargo, tanto che pochi giorni dopo la sua presunta “ibernazione”, l’orso si fece nuovamente vedere mentre percorreva serenamente le piste da sci di Roccaraso.

 “Ho appreso con grande dolore la notizia dell’investimento mortale di Juan Carrito, l’orso marsicano più famoso e amato d’Abruzzo, avvenuto sulla statale 17 all’altezza di Castel di Sangro. L’orso è stato investito da un residente del luogo, il presidente della provincia e sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, mi ha informato dell’evento, inviandomi dei video in cui si vedeva l’orso pesantemente colpito. La sua perdita rattrista non solo l’Abruzzo ma il mondo intero che ha scoperto l’Abruzzo e la bellezza degli orsi attraverso i numerosi video che lo ritraevano sin da cucciolo con i suoi fratelli e l’orsa Amarena”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

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