A illustrare questi dati è stato Ivano Iavarone, primo ricercatore Iss e direttore del centro collaborativo Oms Ambiente e salute nei siti contaminati, intervenuto al workshop “Un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati”, che si è tenuto oggi al Ministero della Salute: “L’eccesso di incidenza di patologie oncologiche rispetto alle attese riguarda anche i giovani tra 20 e 29 anni residenti nei cosiddetti siti di interesse nazionale, tra i quali si riscontra un eccesso del 50% di linfomi Non-Hodgkin e del 36% di tumori del testicolo”, spiega Iavarone.
Se si va a buttare un occhio sulle ospedalizzazioni dei più piccoli in generale, “l’eccesso – continua l’esperto – è del 6-8% di bimbi e ragazzi ricoverati per qualsiasi tipo di malattia rispetto ai loro coetanei residenti in zone non contaminate”. Una situazione che non risparmia i piccolissimi, come sottolinea Iavarone: “Per quanto riguarda il primo anno di vita vi è un eccesso di ricoverati del 3% per patologie di origine perinatale rispetto al resto dei coetanei. E un eccesso compreso tra l’8 e il 16% per le malattie respiratorie acute ed asma tra i bambini e i giovani”.
“Nonostante la maggiore vulnerabilità dei bambini agli inquinanti ambientali – prosegue Iavarone – e l’aumento dell’incidenza dei tumori pediatrici nei paesi industrializzati, l’eziologia della maggior parte delle neoplasie nei bambini è per lo più ancora sconosciuta”. E’ necessario, conclude, “proseguire la sorveglianza epidemiologica nelle aree contaminate, basata su metodi e fonti informative accreditati, per monitorare cambiamenti nel profilo sanitario in relazione a sorgenti di esposizione/classi di inquinanti specifici e per verificare l’efficacia di azioni di risanamento”.
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