Per il momento l’iniziativa dovrebbe riguardare soltanto le confezioni da consumo “singolo”, ovvero bottiglie e lattine da circa un terzo di litro. Programmi analoghi sono allo studio in Scozia e in Galles. Attualmente il Regno Unito consuma 13 miliardi di bottiglie di plastica l’anno ma più di 3 miliardi di queste non vengono riciclate. “Non ci sono dubbi che la plastica causa disastri sull’ambiente marino”, commenta il ministro dell’Ambiente Michael Gove. “Siamo già intervenuti con successo per ridurre il consumo di sacchetti di plastica, ora è necessario fare altrettanto con le bottiglie”.
La sovrattassa di 5 pence varata lo scorso anno nel Regno Unito sui sacchetti di plastica ne ha tagliato l’uso dell’83 per cento. Ma due rapporti pubblicati di recente sottolineano l’esigenza di fare di più in questo campo, osserva Gove. Uno indica che l’inquinamento della plastica nei mari triplicherà nel prossimo decennio a meno che il consumo di plastica non venga drasticamente ridotto. L’altro rivela che l’isola di plastica artificiale formatasi nell’oceano Pacifico, contenente secondo una stima quasi 80 mila tonnellate di detriti galleggianti, ha raggiunto le dimensioni della Francia, con 16 volte più plastica di quanto era stato precedentemente calcolato.
Alla comprensione del fenomeno hanno contribuito pure le immagini scioccanti del documentario a puntate della Bbc “Blue Planet II”, firmato dal naturalista David Atttenborough, che mostrano vari animali marini che mangiano plastica o sono ingarbugliati nei detriti.
Il governo britannico si è deciso a porre una “tassa” sulle bottiglie di plastica anche seguendo i risultati positivi di misure analoghe in altri paesi europei, in particolare in Norvegia, dove un’iniziativa simile ha portato al riciclaggio del 94 per cento delle bottiglie di plastica.
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