L’Europa aumenta la produzione di energia elettrica dal nucleare

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Nell’Ue in arrivo otto nuovi reattori nucleari. Ecco dove. Al momento dall’energia atomica deriva un quarto della produzione di elettricità dell’Unione, e diversi Paesi vorrebbero che fosse inclusa tra le fonti pulite.

L’Unione europea è il più grande importatore di energia al mondo, e acquista da Paesi al di fuori del blocco il 61 per cento del suo fabbisogno di petrolio, gas e fossili, a un costo annuo di circa 300-350 miliardi di euro. La questione dell’indipendenza energetica è centrale per Bruxelles non solo da un punto di vista economico, ma anche da quello geopolitico, e il nucleare potrebbe giocare un ruolo importante in questo senso, con diversi Stati membri che stanno spingendo per includerlo tra le fonti su cui puntare per ridurre l’impatto sul cambiamento climatico, in quanto questa energia è pulita dal punto di vista delle emissioni, anche se produce pericolosi rifiuti radioattivi che poi devono essere stoccati in luoghi sicuri, creando un problema ambientale non di poco conto.

Al momento dal nucleare deriva un quarto della produzione di elettricità dell’Unione, con 106 reattori in funzione in 13 dei 27 Stati membri, anche se Germania e Belgio, due dei Paesi che hanno centrali atomiche, si sono impegnati a uscirne, mentre la Polonia potrebbe presto aggiungersi al club del nucleare.

In Europa in arrivo otto nuovi reattori nucleari. Ecco doveIn sette nazioni sono in programma delle espansioni delle capacità produttive con la costruzione di nuovi reattori, almeno otto. E come con il gas della Russia, anche nel nucleare ci sono potenze esterne interessate a espandere la propria presenza (e i propri affari), in Europa. In primis gli Stati Uniti. Nell’ottobre dello scorso anno Varsavia e Washington hanno firmato un accordo intergovernativo di 30 anni sulla futura cooperazione nello sviluppo del programma di energia nucleare civile polacco, con la prima centrale nucleare potrebbe entrare in funzione nel 2033.

Ma a fiutare il possibile affare c’è anche la Francia, che con il suo gruppo Électricité de France (EdF), si è offerta di costruire fino a sei Epr, i reattore europei ad acqua pressurizzata di ultima generazione, con un piano che l’azienda afferma che decarbonizzerebbe il 40 per cento dell’elettricità del Paese ed eviterebbe la produzione di fino a 55 milioni di tonnellate di Co2 all’anno. Gli Stati Uniti hanno stretto un patto anche con un altro Paese dell’est del blocco comunitario. A giugno il Senato rumeno di Bucarest ha ratificato un accordo con gli Usa sulla cooperazione per espandere e modernizzare il programma nucleare della Romania. Le aree di cooperazione potrebbero includere il completamento delle unità 3 e 4 dell’unica centrale del Paese, quella di Cernavoda, e la ristrutturazione dell’unità 1 presso la stessa.

E anche altre nazioni stanno espandendo le loro capacità nucleari. La Finlandia sta costruendo il suo terzo reattore nell’impianto sull’isola di Olkiluoto. In realtà il reattore è in costruzione dal 2005 e l’inizio dell’attività era originariamente previsto per maggio 2009 e ora si stima che dovrebbe iniziare la produzione a febbraio 2022. In Slovacchia sono in costruzione i reattori 3 e 4 nell’impianto di Mochovce, anche per questi c’è stato un forte ritardo e la partenza della produzione inizialmente prevista per il 2012 e 2013 è stata spostata al prossimo anno. La Bulgaria ha approvato la realizzazione di una settima unità presso la centrale nucleare di Kozloduy, l’unica della nazione e la più grande della regione, utilizzando apparecchiature di fornitura russa. Il progetto ha ricevuto anche il beneplacito dell’Unione europea, con il vicepresidente, Frans Timmermans, che ha assicurato il “supporto” di Bruxelles.

L’Ungheria ha in programma di costruire un altro reattore nel suo impianto di Paks e infine c’è la Francia, principale produttore di energia nucleare del blocco, con le sue 19 centrali nelle quali sono operativi 58 reattori, che vuole costruire un terzo reattore a Flamanville, nel nord del Paese, utilizzando la tecnologia Epr. In Svezia invece non sono previste nuove costruzioni ma la centrale nucleare di Ringhals, che fornisce elettricità dal 1975, sta subendo un significativo progetto di estensione della vita progettato per consentirgli di funzionare fino alla metà degli anni ’40.

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