Una forma più subdola di inquinamento luminoso minaccia gli ecosistemi chiave. L’impatto delle luci artificiali è ormai talmente netto che un bagliore diffuso di colore arancione illumina i due terzi delle aree naturali a più alto tasso di biodiversità. Ancora non si conoscono gli effetti di questo “giorno perenne” sugli animali selvatici.
Esistono due tipi di inquinamento luminoso: quello intenso e biancastro che rende le nostre città simili ad alberi di Natale perpetui e, più lontano dai centri abitati, una luminosità diffusa dai toni aranciati, meno accecante ma estesa ben al di là delle aree urbane. Secondo uno studio dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, questo skyglow (che deriva dal primo tipo di inquinamento luminoso, e in particolare dalle luci orizzontali, come quelle dei lampioni), è ormai così onnipresente da oscurare le stelle in due terzi delle aree a più alto tasso di biodiversità del Pianeta.
Chi ha acceso la luce? Nella ricerca, pubblicata su Animal Conservation, gli scienziati hanno confrontato i dati satellitari che mappano la diffusione di questa luminosità del cielo notturno con quelli sulla distribuzione degli hotspot mondiali di biodiversità, le Key Biodiversity Areas. Meno di un terzo di questi paradisi naturali risultava del tutto protetto dall’inquinamento luminoso. La metà di essi – in particolare in Europa e Medio Oriente – era pervasa e attraversata completamente dalla luminosità artificiale.
Gli effetti di questo bagliore sulla vita selvatica non sono noti, perché difficilmente studiabili. Sappiamo che le luci delle città disturbano il ciclo di vita degli animali, alterano le relazioni tra prede e predatori, anticipano la fioritura delle piante. Poco si conosce delle reazioni di animali e vegetali che vivono lontani dai centri abitati, così come dei possibili effetti di un tipo di luce meno intensa e meno localizzata come questa luminosità diffusa.
Cosa possiamo fare. Per ridurla, occorre intervenire sulla forma primaria di inquinamento luminoso – quella cittadina: per esempio spegnendo per alcune ore, quando non sono strettamente necessarie, le luci a direzione orizzontale, che creano quella riconoscibile nebbiolina appena sopra lo skyline.
In questa direzione vanno iniziative come M’illumino di meno di oggi, 1 marzo: la proposta, lanciata nel 2005 dalla trasmissione di Radio2 Caterpillar in occasione della Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, è di spegnere simbolicamente le luci di case e monumenti d’Italia a favore dell’ambiente, dalle 20.00 alle 22.00 di questa sera.
Oltre a promuovere abitudini di corretto consumo delle risorse, con l’attenzione a tagliare i consumi non indispensabili, l’iniziativa si accompagna ogni anno a un tema più specifico. La parola chiave di quest’anno è Ri-generare, rimettere in circolo risorse e dare loro nuova vita: il tema portante dell’economia circolare.
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