Le diete altamente proteiche fanno male al cuore? Il consumo elevato di proteine, anche vegetali, è stato correlato a una maggiore incidenza di insufficienza cardiaca negli uomini di mezza età. Ecco i risultati di uno studio ventennale.
Le diete che limitano l’apporto di carboidrati e promuovono il consumo di proteine sono molto seguite, soprattutto in estate: tuttavia, le ripercussioni di questo tipo di alimentazione sulla salute del cuore non sono state spesso indagate.
Uno studio ventennale su oltre 2.400 maschi finlandesi, di recente pubblicato dall’American Heart Association, indica che un alto consumo di proteine, siano esse animali o vegetali, è correlato a una più alta incidenza di insufficienza cardiaca, una condizione cronica dovuta all’incapacità del cuore di fornire sangue all’organismo in maniera adeguata. La correlazione riguarda le proteine in generale – anche quelle vegetali. Tuttavia, sono carne e latticini a contribuire maggiormente ai rischi evidenziati.
I PIÙ A RISCHIO. I ricercatori dell’Università della Finlandia Orientale hanno reclutato per la ricerca, iniziata nel 1984, 2.441 uomini tra i 42 e i 60 anni di età, che sono stati invitati a tenere nota del consumo giornaliero di proteine per 22 anni di fila. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi a seconda della quantità di proteine consumate: in quello dai consumi più bassi la media era di 78 grammi al giorno, in quello dei più alti, 109. Nell’arco di tempo occupato dalla ricerca, 334 persone tra i volontari hanno avuto problemi di insufficienza cardiaca.
Gli uomini che avevano il più alto consumo di proteine in generale, di qualunque natura fossero, hanno fatto registrare un rischio più alto del 33% di incorrere in insufficienza cardiaca rispetto a quelli del gruppo in cui se ne mangiavano di meno. Tra chi aveva assunto più carne o più latticini l’incidenza di insufficienza cardiaca è parsa particolarmente alta: più 43% rispetto al gruppo con consumo proteico minimo per i primi, e più 49% per i secondi.
Le proteine vegetali sono risultate le meno rischiose: chi ne consumava di più in assoluto ha avuto il 17% di probabilità in più di problemi cardiaci di chi ne consumava di meno. Il consumo di uova o pesce non è risultato correlato a un’aumentata insufficienza cardiaca, un elemento a favore delle diete – come quella mediterranea – che promuovono il consumo di pesce, verdura, legumi, frutta secca.
ANCORA DA CHIARIRE. Altre ricerche occorreranno per confermare i risultati, che lasciano alcune domande aperte. Per esempio, non è chiaro se passare da una preferenza proteica all’altra, o se variare la quantità di proteine nel tempo, cambi le cose, né a quali fattori sia dovuto l’aumentato rischio cardiovascolare: all’abbondanza di amminoacidi nelle proteine? O piuttosto alla carenza di carboidrati?
Lo studio rafforza precedenti ricerche secondo le quali un elevato consumo di grassi saturi (che si trovano soprattutto nella carne e nei latticini) comporta un rischio più alto di infarti e ictus.
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