I segnali dei cani nei confronti dell’uomo

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I segnali dei cani nei confronti dell'uomo
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Che cosa c’è dietro alle espressioni dei cani. Un modo per prendere contatto con l’uomo e ottenere la sua attenzione, e il cibo non c’entra. Occhio languido, sopracciglia alzate, testa inclinata: quel muso un po’ così, gli umani lo conoscono bene. Ci risiamo, Fido ha fame e mi vuole corrompere.

Ora un nuovo studio scientifico sull’espressività canina va più in profondità e fa qualche ipotesi sul significato delle smorfie del nostro amico. Che non hanno, pare, nulla a che fare con la richiesta di cibo, né rispecchiano lo stato d’animo dell’animale: piuttosto, pare siano il modo per ottenere la nostra attenzione, per coinvolgerci senza manipolarci.

DI FRONTE O DI SPALLE. Nella ricerca dell’Università di Portsmouth (Gran Bretagna), pubblicata su Scientific Reports, sono stati coinvolti 24 cani di varie razze tra 1 e 12 anni di età, che hanno interagito con un ricercatore in 4 diverse situazioni: mentre lo scienziato era rivolto verso di loro, con o senza cibo tra le mani, e mentre dava loro le spalle (di nuovo con o senza cibo).

GUARDAMI, GUARDAMI! Quando si sono trovati faccia a faccia con l’uomo – che non li guardava direttamente, per non influenzarli emotivamente – i cani hanno prodotto due volte più espressioni facciali del solito. In particolare si sono esibiti nella classica espressione “da cucciolo”, con gli occhi sgranati, universalmente ritenuta tenera. La presenza o meno di cibo non ha influito sul numero di faccine prodotte.

COSÌ LO STENDO. Passate ricerche hanno dimostrato che il cibo è per i cani più eccitante di molte interazioni umane, dunque deve esserci qualcosa diverso dalle emozioni, alla base delle espressioni canine. Forse la necessità di stabilire un contatto con l’uomo, attraverso un segnale che – come millenni di domesticazione hanno insegnato ai cani – non ci lascia indifferenti. Lo studio non spiega se questo sforzo canino sia intenzionale, né che cosa significhi. Saranno le prossime ricerche ad appurarlo.

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