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I medici uniti contro Trump ed il negazionismo climatico

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I medici uniti contro Trump ed il negazionismo climatico
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 “Il cambiamento climatico fa male alla salute”

I danni includono disturbi legati al caldo, il peggioramento di patologie croniche e respiratorie, malattie infettive diffuse da zanzare e zecche. Il cambiamento climatico non danneggia solo l’ambiente, come spesso si è abituati a pensare. Fa male anche alla nostra salute. L’ultimo monito in merito arriva dai dottori statunitensi che hanno deciso di fare squadra per lottare contro il negazionismo climatico. E dare vita a una nuova associazione, la Medical Society Consortium on Climate and Health, che ingloba la metà dei medici degli Stati Uniti.

L’iniziativa si colloca nella scia di proteste che si sono scatenate nel mondo scientifico, dopo la decisione presa dal neo presidente Donald Trump di censurare il sito dell’Epa (Agenzia per la protezione dell’ambiente Usa). “Molti americani”, scrivono nel primo report appena pubblicato dall’organizzazione, “vedono il cambiamento climatico come una minaccia lontana, sia nel tempo che nello spazio, qualcosa che può mettere a rischio gli orsi polari, non necessariamente le persone”.

I danni. La realtà, sostengono però i dottori, è molto diversa: il riscaldamento della Terra, determinato dall’uomo, sta già causando problemi nelle comunità presenti in tutto il territorio Usa e, appunto, rovinando il benessere fisico delle persone. I danni includono disturbi legati al caldo, il peggioramento di patologie croniche e respiratorie, morti e feriti dovuti ad eventi meteorologici estremi. Non solo, malattie infettive diffuse da zanzare e zecche, o malattie legate a cibo e acqua contaminati. E ultimi, ma non meno importanti, i disagi mentali. Tutti fenomeni documentati, nero su bianco, nel report in cui i dottori sostengono le loro idee con i fatti: una serie di episodi avvenuti realmente, anche personali.

Gli esempi. Come il caso della pediatra Samantha Ahdoot, che si è ritrovata il figlio di nove anni Isaac in ospedale, collassato per via di un colpo di calore mentre faceva sport. O, ancora, il dottor John Meredith che racconta le conseguenze che gli incendi avvenuti nel 2008 nella Carolina del Nord hanno avuto sulla popolazione. Delle ricerche hanno dimostrato che le persone delle zone investite del fumo hanno visto crescere del 50 per cento i viaggi al pronto soccorso per malattie respiratorie come broncopneumopatia cronica ostruttiva, polmonite e bronchite. Così come un aumento di patologie cardiache. La situazione richiede un mutamento di registro rapido, concludono i medici, e credono che “la più importante azione che possiamo intraprendere per proteggere la nostra salute” sia “accelerare l’inevitabile transizione all’energia rinnovabile”.

In Europa. Ma i dottori statunitensi non sono i soli a essere preoccupati riguardo agli effetti deleteri che il cambiamento climatico ha sulla nostra salute. In Europa a lanciare l’allarme la scorsa estate è stata l’Organizzazione mondiale della sanità, che in occasione della seconda conferenza globale sulla salute e sul clima, ha presentato delle stime allarmanti. Secondo l’Oms, infatti, il riscaldamento terrestre provocherà ogni anno ben 250mila morti in più a causa di malaria e diarrea, stress da caldo e malnutrizione. Inoltre, quasi 7 milioni di persone muoiono ogni anno per l’inquinamento dell’aria. I più colpiti? Bambini, donne e popolazioni meno abbienti.

Il commento. “Si tratta di dati incontrovertibili, risultato di molte ricerche che legano il cambiamento climatico a variazioni della salute attraverso diversi meccanismi”, spiega a Repubblica Flavia Bustreo, medico epidemiologo, e vice direttore generale Salute della famiglia, delle donne e dei bambini dell’Oms. Il primo: il mutamento della temperatura “che influenza la biologia e l’ecologia dei vettori delle patologie, cioè i parassiti che possono trasmettere le malattie all’uomo”.

Per esempio, ora le zanzare che trasmettono la malaria sopravvivono ad altezze prima impensabili. Il secondo è legato al peggioramento della qualità dell’acqua e dell’aria che, spiega Bustreo, “sono i determinanti della salute”. In particolare, l’inquinamento atmosferico è molto dannoso per la salute dei bambini. “Soprattutto per quel che riguarda la trasmissione di polmonite e l’asma”, precisa il medico. Il terzo è l’insufficienza alimentare in molti paesi, determinata dai cambiamenti climatici. “Gli accordi presi a Parigi nel 2015 non vanno dimenticati”, conclude Bustreo, “Bisogna, poi, ricordare che si tratta di un rischio globale e richiede necessariamente un intervento globale, i nazionalismi non servono”.

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