I ghiacciai scompariranno del tutto entro fine secolo

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Il contributo dei ghiacciai continentali all’aumento del livello dei mari. Almeno il 25-30 per cento dell’innalzamento dei mari dal 1961 a oggi è dovuto alle acque che provengono dallo scioglimento dei ghiacciai continentali, escludendo quelli antartici e della Groenlandia. Alaska, Canada e Ande hanno dato l’apporto maggiore, ma se si considera il rapporto con la massa complessiva dei ghiacciai, Caucaso e Alpi sono le regioni che hanno sofferto di più.

Dal 1961 al 2016 i ghiacciai che non fanno parte della calotta antartica e della Groenlandia hanno perso una quantità di ghiaccio che ha contribuito con 22-27 millimetri all’innalzamento del livello medio globale del mare, pari al 25-30 per cento dell’innalzamento complessivo. In questo lasso di tempo tutti questi ghiacciai hanno perso oltre 9000 miliardi di tonnellate di ghiaccio.

Foto satellitare di isole dell'Artico russo interessate dallo scioglimento dei loro ghiacciai. (Cortesia Copernicus Sentinel https://scihub.copernicus.eu/)
Foto satellitare di isole dell’Artico russo interessate dallo scioglimento dei loro ghiacciai. (Cortesia Copernicus Sentinel https://scihub.copernicus.eu/)

La velocità di scioglimento dei ghiacciai è inoltre progressivamente aumentata in quasi tutte le aree del globo, tanto che fra il 2006 e il 2016 l’innalzamento del mare dovuto a quelle acque di fusione ha raggiunto quasi 1 millimetro all’anno. Ciò significa che agli attuali tassi di perdita di massa, i ghiacciai potrebbero scomparire da molte catene montuose prima della fine di questo secolo. È la conclusione di uno studio internazionale diretto da ricercatori dell’Università di Zurigo, in Svizzera, pubblicato su “Nature”.

Nel nuovo studio, Michael Zemp e colleghi hanno ricostruito le variazioni dello spessore del ghiaccio di oltre 19.000 ghiacciai in tutto il mondo usando i dati del World Glacier Monitoring Service e integrandoli con nuovi dati satellitari. Dalle loro analisi risulta che la perdita media di massa glaciale fra il 2006 e il 2016 è stata di circa 47 miliardi di tonnellate superiore (circa il 18 per cento) rispetto all’ultima stima calcolata dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Massa complessiva persa dai ghiacciai delle varie regioni dal 1961 al 2016. Le cifre sono in miliardi di tonnellate. (Cortesia Zemp et al. 2019, Nature)
Massa complessiva persa dai ghiacciai delle varie regioni dal 1961 al 2016. Le cifre sono in miliardi di tonnellate. (Cortesia Zemp et al. 2019, Nature)

Le regioni che maggiormente hanno contribuito a questa perdita sono state l’Alaska (73 miliardi di tonnellate all’anno), l’Artico canadese (60 miliardi) e le Ande meridionali (34 miliardi). Queste ultime hanno peraltro segnato il peggior rapporto fra massa persa e massa complessiva dei ghiacciai, subito seguite dalla regione del Caucaso e dalle Alpi. Con tassi di riduzione del loro volume compresi fra lo 0,5 e il 3 per cento all’anno, i ghiacciai del Caucaso e dell’Europa centrale sono destinati a scomparire nella seconda metà del secolo, e stessa sorte avranno tutti quelli delle basse latitudini, del Canada occidentale, degli Stati Uniti e della Nuova Zelanda.

A dispetto delle loro enormi dimensioni, le perdite più ridotte sono state a carico dei ghiacciai dell’Asia centrale e dell’Asia sud-orientale con un calo compreso fa uno e sette miliardi di tonnellate all’anno. Complessivamente tutti questi ghiacciai perdono attualmente circa 270 miliardi di tonnellate all’anno, valori che approssimano quelli dovuti alla riduzione dei ghiacci marini dell’Artico e superiori al contributo della regione antartica all’innalzamento dei mari.

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