E’ necessario rivalutare la produzione di energia dal nucleare

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Energia nucleare, l’imputato innocente. L’esaurimento delle risorse è una delle principali sfide che il mondo affronterà nel futuro prossimo. Uno dei temi critici è quello relativo all’energia. Purtroppo il tema ambientale ha assunto più che mai connotati politico-propagandistici, infatti le soluzioni concordate sono spesso tanto utili all’immagine quanto inutili in termini pratici. Si parla di zero emissioni entro il 2050, ma, come spiega uno studio di Forbes, raggiungere tale obiettivo richiederebbe due centrali nucleari nuove ogni tre giorni. Eccolo, il tanto famigerato nucleare.

Spesso si sente chiedere: “Perché ricorrere al nucleare?” Eppure sarebbe più appropriato chiedersi: “Perché no?”, considerando che è la fonte energetica più a basso costo. Tanto più in un periodo come l’attuale in cui le bollette subiranno rincari in doppia cifra. Per confrontare le varie fonti si ricorre al “Levelized cost of electricity”, il prezzo di vendita dell’energia prodotta da un impianto. Uno studio dell’Agenzia internazionale dell’energia riporta i seguenti costi:

Con un tasso di sconto del 5%
Nucleare (EPR Francese) 56,42 $/MWh
Ciclo combinato 86,85 $/MWh
Eolico onshore 145,5 $/MWh
Fotovoltaico 410,36 $/MWh
Cogenerazione 75,59 $/MWh
Carbone (media Paesi OECD) 87,00 $/MWh
Con un tasso di sconto del 10%
Nucleare (EPR Francese) 92,38 $/MWh
Ciclo combinato 91,44 $/MWh
Eolico onshore 229,97 $/MWh
Fotovoltaico 615,98 $/MWh
Cogenerazione 85,11 $/MWh
Carbone (media Paesi OECD) 104,50 $/MWh

Scorie: un falso problema

Secondo l’INSC, la quantità di rifiuti radioattivi prodotti annualmente dall’industria nucleare mondiale ammonta, in termini di volume teorico, a 200mila m³ di scorie a media attività e 10mila m³ di scorie ad alta attività.

I primi, meno pericolosi, possono facilmente gestiti inserendoli in strutture scatolari in calcestruzzo. Anche per i secondi esiste una soluzione sicura: i depositi geologici sono in grado di isolare per centinaia di migliaia di anni le scorie fino all’esaurimento della loro radioattività. Ne esiste uno in New Mexico e ne sono già stati individuati diversi idonei in Europa. Rispetto alle dimensioni di queste aree, la quantità annuale di scorie ad alta attività (circa quattro piscine olimpioniche) è irrisoria.

Il problema è che spesso si tende a confrontare il nucleare con situazioni utopistiche. Valutando i casi reali emerge che le altre fonti producono scarti molto più pericolosi delle scorie radioattive in quanto sono gravemente tossici.

“E se il progetto finisse in cattive mani?”

Esistono trattati internazionali contro l’inquinamento transfrontaliero secondo il principio “chi inquina paga”. Ciò significa che una centrale nucleare non è un ponte: se crolla il ponte qualcuno che ha intascato la mazzetta per risparmiare sui materiali può insabbiare tutto mandando il galera un prestanome di turno, mentre in caso di incidente nucleare verrebbero coinvolte praticamente tutte le nazioni del mondo e non vi sarebbe possibilità di effettuare occultamenti.

Chiaramente l’aspetto critico può essere l’intrusione malavitosa nella gestione delle scorie, ma quelle del nucleare sono in quantità e in pericolosità inferiori rispetto a quelle delle altre fonti (quelle da combustione sono gravemente tossiche) ed esistono soluzioni. Ad esempio, in Francia è l’esercito a trasportarle.

Nessun pericolo “esplosione”

Nucleare fa rima con Chernobyl e Fukushima. Il primo incidente fu conseguenza di un esperimento scellerato già sulla carta. Fukushima avvenne per concomitanza di terremoto, tsunami e sequenza di decisioni errate. Deve essere chiaro un concetto: tutto ha una percentuale di rischio. Sulla base del rapporto Unscear (Chernobyl) e dei dati riportati dall’Oms (Fukushima), negli ultimi 35 anni il numero totali di decessi causati dal nucleare è dell’ordine di poche decine di migliaia (in realtà molte vittime del disastro di Fukushima vanno attribuite a una evacuazione inopportuna dettata dal panico).

Ogni anno muoiono sulle strade 1,2 milioni di persone, mentre 50 milioni restano ferite o disabili. Se le vittime sono un buon motivo per bandire il nucleare, allora andrebbero bandite anche le automobili, considerando anche l’evidente maggior impatto ambientale. Seppur meno percettibile, l’energia è un’esigenza quotidiana quanto i mezzi di spostamento.

Si consideri che le altre fonti energetiche hanno generato più morti, ma fanno meno scalpore in quanto sono meglio distribuite nel tempo, essendo causate da costante inquinamento o morti sul lavoro. Basti pensare che le rinnovabili rappresentano il secondo maggiore impiego di terre rare (il primo sono le batterie, anch’esse impiegate in alcuni impianti rinnovabili) e la loro estrazione (ad esempio in Cina) non avviene certo in condizioni di massimo rispetto della sicurezza e dell’ambiente.

Non ultimo, è importante ricordare che ad oggi le centrali nucleari sono tra gli impianti con il maggior numero di sistemi di sicurezza al mondo, modernizzati nel corso degli anni.

Nucleare: una scelta per l’ambiente e la sostenibilità

Se ciò non bastasse, si sappia che:

L’uranio è una fonte limitata, ma attualmente disponibile;

Stiamo acquistando energia nucleare dalla Francia prendendone le relative scorie;

Zero emissioni durante l’attività di una centrale nucleare (a parte la raffinazione dell’uranio e la costruzione del sito);

Il centro di ricerca comune della commissione europea ha dichiarato che Il nucleare è sostenibile e che ha impatto ambientale pari o inferiore alle altre fonti energetiche;

Le energie eolica e fotovoltaica sono instabili, non sono in grado di garantire concretamente il 100% del fabbisogno in ogni momento: in Inghilterra, quando il vento non ha soffiato per tre settimane e il sole è tramontato, vi è stato un picco di richiesta energetica che è stato possibile gestire solo acquistando energia (a un costo esorbitante) da fonti a combustione.

E’ troppo tardi per passare al nucleare? No, si tratta semplicemente di essere meno in ritardo.

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