
Il segretario Onu Ban Ki-moon: ”Momento storico”. Alla cerimonia nel Palazzo di Vetro l’appello di Leonardo DiCaprio: ”Voi siete l’ultima migliore speranza della Terra”. Sono 175 i Paesi che hanno ratificato il documento.
La politica può dare speranza alle generazioni future. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi guarda al futuro insieme agli altri leader mondiali chiamati a sottoscrivere l’accordo sul clima raggiunto alla Cop21 di Parigi. Un momento storico, come ha ricordato anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon aprendo la cerimonia nel Palazzo di Vetro, presenti 175 Paesi. Insieme, tutti quanti, per siglare il trattato che certifica le sfide climatiche ed energetiche del futuro stilato il 12 dicembre scorso al termine della XXI Conferenza sui Mutamenti Climatici.
Ma c’è anche il resto del mondo chiamato a sottoscrivere un atto di responsabilità internazionale nel confronti dell’ambiente, sempre più pressante. Tra i sessanta i capi di Stato e di governo seduti al tavolo per firmare l’accordo nato a Parigi anche il padrone di casa, il presidente François Hollande e, poi, il vice premier cinese Zhang Gaoli, il primo ministro canadese Justin Trudeau e il Segretario di Stato Usa John Kerry. A loro si è rivolto senza mezzi termini Leonardo DiCaprio: “Il mondo vi sta guardando. Voi siete l’ultima migliore speranza della Terra, noi vi chiediamo di proteggerla o tutti noi, tutte le creature viventi, saremo storia”. L’intervento dell’attore premio Oscar (per The Revenant), questa volta in veste di messaggero Onu per il clima, richiama l’attenzione dei leader che al termine condivideranno con un lungo applauso: “Voi sarete applauditi dalle future generazioni o sarete condannati. – ha detto DiCaprio – Potremmo avere onore e disonore: solo noi possiamo salvare o perdere l’ultima speranza della Terra. Il nostro compito è questo: voi siete l’ultima migliore speranza della Terra”.
Cop21, Leonardo DiCaprio all’Onu:
“Siete l’ultima speranza del nostro pianeta”
Questa volta ”bisogna tradurre l’accordo di Parigi in azioni per fare fronte all’emergenza”, ha tuonato Hollande, perché non si pensi che basta poco: l’emergenza climatica resta immutata. Per questo, il capo dell’Eliseo ha fatto sapere che chiederà al Parlamento francese di approvare l’accordo prima dell’estate, chiedendo ai leader dell’Ue di “fare da esempio”. A quegli stessi politici, prima ancora che ai cittadini del mondo, sembra essere rivolto anche il tweet di papa Francesco, il pontefice dell’enciclica ecologica Laudato si’, che chiede ugualmente impegno, anche nel sociale: ”Un vero approccio ecologico sa curare l’ambiente e la giustizia, ascoltando il grido della Terra e il grido dei poveri”.
Per entrare in vigore nel 2020, l’accordo doveva essere ratificato, accettato o approvato da almeno 55 paesi che rappresentano il 55 per cento delle emissioni mondiali di gas serra. Il documento di 31 pagine mira a limitare la temperatura media globale entro i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Tra gli obiettivi anche l’incremento dei finanziamenti per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e lo sviluppo di strumenti resilienti nei confronti dei cambiamenti climatici. Tra i firmatari anche Stati Uniti, Unione europea, Cina e Russia.
La ratifica dell’accordo è il presupposto che può essere decisivo per cambiare le politiche ambientali, ma per contrastare il ”global warming” c’è bisogno di un’azione incisiva e ”rapida”, ha commenta il Wwf dopo la ratifica. Anche se il ”rapidamente” non è sufficiente per l’associazione ambientalista, che insieme alla soddisfazione per l’impegno preso dai leader esprime le preoccupazioni per l’attuazione. ”Mentre la firma dell’accordo di Parigi entra nella storia come un passo importante negli sforzi climatici globali, – si legge in una nota che riporta dati poco confortanti – anche le temperature planetarie e gli impatti climatici stanno scrivendo un pezzo di storia del Pianeta. Il mese scorso si è registrato il marzo più caldo che mai, dopo 11 mesi consecutivi di temperature record. Una delle peggiori siccità ha colpito l’Africa orientale e meridionale, il 93% della Grande Barriera Corallina è stato colpito dallo sbiancamento dei coralli e la calotta glaciale della Groenlandia sta affrontando una stagione anticipata di fusione dei ghiacci, con temperature record che hanno sfiorato i 20°C sopra la media”. Un quadro che basta, da solo, a spiegare l’urgenza di trasfomare – da parte di tutto il mondo – i buoni intenti in azioni.
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