Cervi e macachi, dei siti sacri, in cerca di cibo in città

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Cervi e macachi dei siti sacri in cerca di cibo in città
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Effetto coronavirus: risse tra macachi e cervi affamati. Gli animali che vagano liberi nei siti sacri di Thailandia e Giappone sono rimasti senza cibo per lo scarso afflusso di turisti dovuto al coronavirus. I macachi sono i signori indiscussi delle rovine kmher di Lopburi, in Thailandia. Senza turisti, però, il cibo scarseggia e le tensioni abbondano.

Una delle ripercussioni più insolite e inaspettate della pandemia da coronavirus ha preso forma giovedì 12 marzo nel sito storico di Lopburi, a un paio d’ore da Bangkok, in Thailandia. I macachi che di solito scorrazzano tra i resti di due tempi khmer molto apprezzati dai turisti si sono scontrati in una rissa che ha coinvolto centinaia di esemplari, e che è stata ripresa in una serie di video divenuti virali.

Solitamente le scimmie (macachi cinomolghi, Macaca fascicularis) si abbuffano della frutta offerta dalle centinaia di persone che visitano le rovine. Ma nelle ultime settimane, l’afflusso di visitatori si è sensibilmente ridotto per i blocchi internazionali dei voli e le misure di quarantena adottate un po’ dappertutto.

Si salvi chi può. I primati, abituati allo stretto contatto con le persone e ad essere nutriti dall’uomo, hanno cominciato a sviluppare comportamenti aggressivi. Un gruppo di scimmie provenienti da fuori ha fatto irruzione nella città sacra in cerca di cibo, scontrandosi con il presidio di macachi locale: la zuffa ha assunto dimensioni tali da bloccare completamente il traffico per 10 minuti.

https://twitter.com/i/status/1241660789980688384

cervi in fuga. Qualcosa di analogo – seppur con sviluppi meno violenti – sta accadendo a Nara, una città dell’Honshu, in Giappone, famosa per un parco in cui i cervi vagano liberi. Il drastico calo di visitatori ha lasciato i cervi a digiuno dei classici crackers di riso di solito offerti dai turisti. Così gli animali si sono riversati nelle strade della città a caccia di cibo, placando i morsi della fame con le piante ornamentali coltivate dai residenti e rischiando di essere investiti dalle auto.

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