Come il riscaldamento globale porta il gelo sugli Stati Uniti. Un lungo periodo di freddo intenso negli Usa orientali ha spinto alcuni potenti (che non conoscono la differenza tra meteo e clima) a negare la realtà del riscaldamento globale. La realtà, però, è al contrario.
FAKE TWEET? I climatologi fanno notare che gli errori nel famigerato commento su Twitter del presidente Trump sono molteplici. Primo, un periodo di freddo di alcuni giorni sugli Usa (o altrove) è un fenomeno meteorologico, e la meteorologia spiega quanto accade in un momento limitato nel tempo (e nello spazio).
In molte altre parti del mondo, Alaska e Siberia comprese, le temperature sono decisamente più elevate: in particolare, nelle zone artiche si sono registrate temperature di circa 3,4 °C superiori alla media. In generale il 2017 è stato l’anno più caldo senza il fenomeno di El Niño da quando le temperature sono misurate.
E ALLORA PERCHÉ? La spiegazione di un fenomeno così particolare sta nel cosiddetto vortice polare: questo fenomeno è una specie di anello continuo di venti in quota che circondano il Polo Nord e “trattengono” alle alte latitudini l’aria più fredda. In seguito al riscaldamento, e forse alla fusione dei ghiacci polari, questo vortice comincia a rallentare e quindi a disegnare onde più profonde e ampie, che possono anche spezzarsi (vedi immagine sotto). Queste onde più profonde causano un’irruzione di aria polare verso latitudini più basse e di aria più temperata verso nord.
Il vortice polare a sua volta influenza l’andamento delle cosiddette correnti a getto (jet stream), flussi d’aria molto veloci e ad altitudini elevate: le correnti a getto, a contatto con le perturbazioni, governano il clima.
ANCHE IN EUROPA. Lo stesso fenomeno è avvenuto sopra l’Europa e l’Asia settentrionale, come spiegato da un articolo di Marlene Kretschmer e altri del Potsdam institute of climate impact research. L’articolo dimostra come l’indebolimento del vortice polare è un fenomeno persistente, che si è rafforzato ormai da qualche decennio, e che è molto probabilmente collegato a inverni freddi sul nostro continente, anche se non così gelidi come negli Usa (qui un riepilogo dell’articolo, in inglese):
“negli ultimi quarant’anni questi eventi meteo, particolarmente rigidi, innescati dai forti venti artici, sono diventati più persistenti, più lunghi”
Una conferma che, anche se i meccanismi non sono del tutto compresi, il riscaldamento anomalo dell’Artico e dell’intero pianeta ha impatti importanti sul clima della Terra – che non si cura nemmeno dei tweet del presidente degli Usa.
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