Avvistamenti nelle limpide acque della laguna di Venezia

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Così il lockdown ha reso limpida la Laguna. Un team di ricerca del Cnr (Ismar, Igg) spiega i fattori che hanno reso trasparenti le acque dei canali di Venezia durante lo stop imposto per Covid-19. grazie alle immagini dei satelliti Sentinel-2.

Le immagini satellitari (Copernicus) 
Le immagini satellitari (Copernicus)

Limpide come non si sono mai viste. Le acque della Laguna di Venezia sono state oggetto di uno studio condotto da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche degli Istituti di Scienze marine (Cnr-Ismar) e di Geoscienze e georisorse (Cnr-Igg), con l’intento di spiegare il fenomeno avvenuto durante il lockdown durato più di mesi. I risultati delle analisi effettuate sulle diverse componenti in grado di influenzare la torbidità dell’acqua sono stati pubblicati sulla rivista Science of the Total Environment.

Meno traffico, meno scarichi

Diverse le cause della trasparenza, che nei canali tra le calli hanno fatto persino affiorare i pesci. Fra queste, la riduzione del moto ondoso conseguente alla contrazione del traffico acqueo nei canali di Venezia e della Laguna, l’assenza di precipitazioni sul bacino scolante, la stagionalità del ciclo di crescita del fitoplancton e l’assenza di moto ondoso indotto dal vento. Non ultima, in questo periodo, nel centro storico ha inciso anche la diminuzione della quantità di scarichi urbani dovuta alla mancanza del carico turistico che di solito invade la città in maniera pressoché continua.

“L’analisi delle immagini satellitari Sentinel-2 del programma europeo Copernicus ha evidenziato i cambiamenti avvenuti, tra i quali la riduzione del traffico acqueo e della torbidità intorno alla città e nelle direttrici più critiche all’interno della Laguna, come ad esempio i canali che collegano Venezia con l’aeroporto e le isole minori”, spiega Federica Braga del Cnr-Ismar.

“Contemporaneamente, si osservano gli impatti dovuti alle attività essenziali che sono proseguite durante il lockdown, quali la pesca dei molluschi sui bassi fondali e il passaggio delle navi commerciali nel canale industriale Malamocco-Marghera”.

La pressione antropica

L’assenza della pressione antropica sull’ambiente sta dando ai ricercatori l’opportunità di osservare e studiare i processi naturali che condizionano la qualità dell’acqua e di valutare l’impatto delle attività umane negli ecosistemi costieri.

“L’elevata trasparenza dell’acqua, riportata dai media a metà marzo e quantificata dai risultati di questo studio, è considerata dai ricercatori una condizione temporanea legata alla combinazione di fattori naturali stagionali e agli effetti delle restrizioni per il contenimento dell’epidemia di Covid-19”, conclude Zaggia del Cnr-Igg.

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