Armi biologiche geneticamente modificate per attaccare le coltivazioni

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Armi biologiche geneticamente modificate per attaccare le coltivazioni
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E se CRISPR diventasse un’arma biologica? Il dipartimento della difesa degli Stati Uniti sta finanziando un programma che sfrutterebbe CRISPR per editare il genoma di alcune piante, tra cui pomodoro e mais, allo scopo di ottenere una trasformazione rapida di piante adulte. Ma poiché a diffondere gli agenti trasformanti sarebbero degli insetti, alcuni esperti temono che si vada verso l’uso della tecnica di editing per creare armi biologiche.

Il Dipartimento americano della difesa finanzia un programma di ricerca che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe ispirare la costruzione di armi biologiche basate su CRISPR. Nella migliore, rischia di alimentare fantasie complottiste e tecnofobiche. Il suo nome è Insect Allies e si basa sulla strategia degli HEGAA, agenti ambientali di alterazione genetica orizzontale. Sembra la trama di un film di fantascienza, invece è l’allarme suonato da un quintetto di genetisti ed esperti di diritto internazionale su “Science”.

Il programma, lanciato alla fine del 2016 con uno stanziamento di oltre 27 milioni di dollari, dovrebbe portare alle prime dimostrazioni di principio in ambienti confinati entro il prossimo anno. L’Università della California a Davies, il Boyce Thompson Institute, le Università del Minnesota e dell’Iowa, la PennState e la Ohio State University si sono aggiudicati i contratti per mettere a punto dei sistemi di trasformazione rapida delle piante adulte, basati su virus geneticamente modificati diffusi da insetti.

Manipolazione genetica→virus→insetti→cibo. Se esistesse un indice per prevedere il livello di controversia raggiungibile con una nuova tecnologia, qui saremmo a fondo scala.

In pratica si tratterebbe di editare il genoma di alcune piante coltivate a scopo alimentare, sfruttando come vettori dei virus, un po’ come si fa nella terapia genica classica. L’aggettivo orizzontale sta a indicare che il trasferimento del DNA non avviene verticalmente da una generazione all’altra, ma dal virus alle cellule vegetali.

Piante Ogm
Piante Ogm

Gli agenti trasformanti però non sarebbero sapientemente applicati dalle mani di qualche ricercatore. A diffonderli ci penserebbero degli insetti appositamente liberati in prossimità delle piante. Nella fattispecie cicaline, afidi o mosche bianche, tutti a longevità ridotta.

Si ipotizza di intervenire su un numero minimo di tre geni, facendo acquisire alle piante editate una caratteristica nuova. Quale? Non è dato sapere.

Nei documenti disponibili l’obiettivo dichiarato è prepararsi a reagire in modo tempestivo a emergenze di varia natura che minaccino i raccolti e dunque la sicurezza alimentare. Alluvioni, siccità, gelate, malattie, e par di capire, eventuali attacchi bioterroristici diretti contro le scorte alimentari.

La principale obiezione dei firmatari del policy forum pubblicato su “Science” è che dei sistemi convenzionali a spruzzo potrebbero fare egregiamente il lavoro di diffondere gli agenti trasformanti, senza scomodare gli insetti. Se l’agenzia americana coinvolta (DARPA) non fornirà spiegazioni convincenti per la dispersione mediata da insetti – sostengono Guy Reeves e colleghi – il programma verrà percepito da molti come un tentativo di sviluppare agenti ambientali di alterazione genetica orizzontale a scopi offensivi. Pensati per attaccare, anziché per difendersi.

Se così fosse potrebbe configurarsi una violazione della Convenzione sulle armi biologiche. E se i risultati raggiunti fossero pubblicati senza censure, sarebbe come fornire a eventuali malintenzionati dei manuali contenenti istruzioni dettagliate per distruggere interi campi coltivati.

A peggiorare il quadro c’è il fatto che tra le piante prescelte ci sono pomodoro e mais, e quest’ultimo in particolare è un alimento base per l’alimentazione mondiale.

I timori per possibili usi malevoli di CRISPR potrebbero essere sovrastimati, considerando quanti mezzi low-cost e low-tech hanno a disposizione gli aspiranti terroristi. Come ha spiegato tempo fa la rivista “Foreign Affairs,” probabilmente è più facile hackerare i sistemi informatici che controllano l’agricoltura di precisione, sempre più diffusa in America, piuttosto che il DNA delle piante.

C’è da sperare, comunque, che tutti – finanziatori, ricercatori e critici del programma Insect Allies – facciano il possibile per sgomberare il campo dai dubbi. Proteggere la reputazione di un’innovazione promettente come CRISPR è importante, e far attecchire le leggende metropolitane sulla manipolazione genetica è fin troppo facile.

(L’originale di questo articolo è stato pubblicato nel blog CRISPerMania il 4 ottobre 2018. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)

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