
Il miele allucinogeno delle api giganti dell’Himalaya. In Nepal, tra i Kulung per raccontare la storia dell’ultimo cacciatore di miele. Un miele molto particolare. Corde, carrucole e scale di corde portano Mauli Dhan fino a oltre 2.500 metri, dove si trovano gli alveari delle api himalayane.
Qui sotto, un breve dietro le quinte del documentario mostra quanto sia impegnativo e pericoloso il processo di raccolta: Mauli è appeso su di uno strapiombo a oltre 2.500 metri d’altezza, in mezzo a uno sciame di enormi api certamente arrabbiate, quasi senza protezioni, per portare a valle alveari che pesano 60-70 kg ognuno.
La spirito giusto per affrontare lo sciame di api infuriate, afferma Mauli, è non mostrare paura – la qual cosa comunque non gli risparmia 20-40 punture a spedizione. Raccogliere il miele è però una tradizione sacra: un compito che può svolgere solo chi è stato istruito in sogno da uno spirito della foresta.

MAD HONEY. Le proprietà allucinogene di questo miele sono date dalla graianotossina, una tossina presente nelle piante della famiglia delle Ericaceae, come le azalee e i rododendri.
In primavera, quando l’ape himalayana (Apis laboriosa dorsata, la più grande ape del mondo) raccoglie il nettare di questi fiori, la tossina finisce nel miele, che diventa così letale per molti animali ma non per l’uomo, se non in dosi concentrate ed elevate.

È così, perché gli effetti non sono uguali per tutti e per ogni stagione e circostanza. In minime quantità può essere inebriante, con tutto il suo contorno di riti tradizionali si dice che favorisca sogni e visioni, dosato in modo opportuno è un rimedio della medicina tradizionale, usato a sproposito – raccontano i Kulung – può indurre un forte rigetto (vomito e diarrea), si alternano momenti di luce e di oscurità (cecità temporanea) e si resta, anche per molte ore, coscienti in uno stato di paralisi.
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