Tormento di grandi e piccini e incubo di ogni nuotata, uno dei fastidi più intollerabili degli amanti del mare è la puntura di medusa. Con un aspetto grazioso e un’andatura elegante, questo animale marino dalla forma di polipo rovesciato è molto più forte di come appare, sempre pronto a difendersi grazie a dei tentacoli dalle estremità urticanti. La medusa in realtà non attacca in modo spontaneo, ma si limita a proteggersi dagli avvicinamenti (spesso involontari) dell’uomo.
La puntura di medusa è una reazione cutanea infiammatoria causata proprio dal contatto accidentale con i suoi tentacoli, che rilasciano sostanze urticanti per la pelle provocando spesso dolore, arrossamento, gonfiore e prurito. Più rari invece i casi di reazioni allergiche e shock anafilattici, anche per via del carattere più mansueto delle meduse alle nostre latitudini rispetto, ad esempio, a quelle che popolano i mari tropicali. Nel caso in cui si venga a contatto con una medusa, l’istinto di grattarsi è da evitare, dato che contribuirà solo ad aggravare l’infiammazione, così come l’utilizzo di creme idratanti che ci illudono di offrire sollievo.
Se non si hanno a disposizione prodotti a base di cloruro di alluminio, utili nel bloccare la diffusione delle tossine, uno dei rimedi più utilizzati è quello della nonna: l’aceto. Grazie alle sue proprietà, infatti, l’aceto bianco sarebbe in grado di lenire il prurito e darci un immediato conforto. Rammarica dire che stavolta le nonne non offrono un rimedio naturale davvero efficace: l’aceto non solo non è in grado di inibire il veleno, ma spesso può contribuire ad alimentare l’infiammazione cutanea causata dalla puntura, accrescendo il fastidio e il prurito. Meglio quindi puntare su creme a base di aloe vera, con capacità cicatrizzanti, o delle semplici soluzioni di acqua e bicarbonato.
Timore a parte, l’importante è non lasciarsi spaventare eccessivamente dalla loro possibile presenza in acqua, sia perché le meduse avvertono la nostra tensione, sia per non trasformare un bagno rilassante in un gioco di paura in cui siamo sempre pronti ad attaccare, rischiando di rovinare le nostre meritate vacanze.
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