L’URAGANO Irma ha lasciato profonde cicatrici in gran parte delle isole caraibiche che ha incontrato lungo il suo tragitto. I morti sono stati almeno 36 e gli edifici sono stati spazzati via come castelli di carte. La stessa sorte delle costruzioni sembra sia capitata anche alla vegetazione, che ricopre gran parte di questi angoli di paradiso terrestre. Un’altra ferita ben evidente anche dalle immagini satellitari.
Dal verde acceso al marrone spento. L’occhio delle sonde della Nasa ha fotografato le isole Vergini britanniche e le altre degli arcipelaghi circostanti, come Antigua e Barbuda, a distanza di pochi giorno. Il 25 agosto le immagini di Landsat 8, Terra e Aqua le mostrano ricoperte dal verde brillante delle foreste. Meno di dieci giorni ha lasciato il posto a un marrone spento.
Dopo Irma, i Caraibi hanno cambiato colore: le immagini dal satellite
Tra il 6 e il 7 settembre l’uragano Irma è passato di qui. Le nubi nel frattempo si sono diradate, e al nuovo passaggio dei satelliti, il 10 settembre, di quel verde non è rimasto quasi più nulla. Secondo gli esperti della Nasa, che hanno pubblicato il fotoconfronto sul sito dedicato all’osservazione della Terra con le immagini dallo spazio, la violenza dei venti, che sfioravano i 300 chilometri all’ora quando Irma era ancora alla sua massima potenza (categoria 5), hanno strappato via tutte le foglie e sradicato alberi lasciando gran parte del terreno scoperto.
D’accordo con questa lettura è Pietro Alessandro Brivio, associato di ricerca all’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea) del Cnr, esperto di immagini satellitari: “Anche se per essere certi occorrono immagini più dettagliate, magari all’infrarosso, è verosimile che la parte fogliare, non il tronco, sia stata tutta portata via. Il verde che osserviamo nelle foto da satellite è la clorofilla contenuta nelle foglie. Non essendoci più le foglie strappate dalla violenza dell’uragano vediamo questo colore marrone”.
“È interessante notare – continua Brivio – come la differenza tra le due isole di Barbuda e Antigua. A differenza di Barbuda, Antigua sembra aver conservato lo stesso tono di verde, come se fosse rimasta ai margini del fenomeno. Inoltre a nord di Barbuda si nota una striscia chiara nell’acqua, lunga forse 20 chilometri. Probabilmente si tratta di fango e detriti, sedimenti sospesi portati verso il mare dalle correnti”.
Secondo gli esperti Nasa il fenomeno potrebbe essere stato aggravato dal sale marino, sollevato insieme all’acqua dell’oceano, che avrebbe seccato le foglie ancora rimaste attaccate alle piante.
Un’ulteriore conferma viene anche dalle immagini scattate dai satelliti Sentineldel programma Copernicus dell’Agenzia spaziale europea dai quali, nello spettro di luce visibile, si nota lo stesso cambiamento di colore. Qui sono evidenziati anche i gravi danni agli edifici, molti dei quali distrutti o danneggiati seriamente. La serie di immagini fa parte del monitoraggio nelle aree di emergenza attraverso il programma Copernicus dell’Esa e della Commissione europea.
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